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CGG: lavori ripresi dopo Congresso straordinario. Approvata legge su astensione e ricusazione dei giudici

24 feb 2022
CGG: lavori ripresi dopo Congresso straordinario. Approvata legge su astensione e ricusazione dei giudici

Nel pomeriggio riprendono i lavori del Consiglio Grande e Generale. Vista la gravissima situazione attuale, a livello internazionale, sarebbe stato deciso di spostare - per ora in coda all'OdG della sessione - il comma relativo alla ratifica dell'accordo con la Russia sull'esenzione dei visti. Ieri era stato depositato un ordine del giorno condiviso sulla crisi ucraina; nel quale – fra le altre cose – si auspica una de-escalation, si supporta l'integrità territoriale di Kiev e si richiama il rispetto degli Accordi di Minsk. Oltre ad impegnare il Congresso a supportare ogni sforzo diplomatico. Per il resto è la Giustizia il tema cardine di questa sessione; e si è già proceduto alla presa d'atto delle graduatorie per il reclutamento di 2 Commissari della Legge e 2 Uditori Commissariali

 Ci si avvia ora a completare il pacchetto normativo voluto dal Segretario Ugolini. Aula al momento impegnata nella seconda lettura del PdL in materia di astensione e ricusazione dei magistrati. Tema dolente, viste le situazioni di stallo registrate in questi anni. Si punta dunque a rendere più agili e garantite le procedure, vista la complessità – ed eccessiva farraginosità – dell'attuale normativa. Fra le principali novità l'attribuzione al Magistrato Dirigente, e non più al Giudice per i Rimedi Straordinari, della competenza in materia di astensione. Un punto, questo, si sottolinea nella relazione unica – letta dal consigliere di RETE Spagni Reffi – sul quale in Commissione si sono registrate perplessità da parte delle Opposizioni; con particolare riferimento alla competenza del Magistrato Dirigente, quando l'incarico è ricoperto da una figura esterna alla magistratura sammarinese. Quanto alla ricusazione, uno degli obiettivi è evitare istanze meramente dilatorie; definite puntualmente, inoltre, le tempistiche. Anche perché – ha precisato il Segretario di Stato Ugolini – si mira ad incentivare speditezza ed economicità processuale di questi due istituti. Dei 4 pdl del pacchetto normativo questo è quello che “ci vede più concordi” - ha dichiarato Luca Boschi, Libera, poiché da tempo all'interno del Tribunale c'è questa problematica. Tutto ciò che è in linea con una semplificazione dei meccanismi è “ben accolto dal nostro gruppo”. L'unica eccezione ha aggiunto - riguarda le astensioni, qualora siano decise da un Magistrato Dirigente esterno: dunque un Dirigente non magistrato. Quindi ok di massima, anche se in sede di esame dell'articolato – ha annunciato - verranno messi in luce alcuni elementi. Nicola Renzi, RF, ha ribadito dubbi sull'opportunità di affidare al Magistrato Dirigente la competenza in ambito di astensioni. “Non si capisce perché”. Qualche elemento di criticità, sul tema dell'astensione, anche ad avviso di Iro Belluzzi, recentemente confluito in Libera come indipendente, pur restando in Maggioranza. Ad avviso di Gian Nicola Berti, NPR, non sarebbero fondate le “paure delle opposizioni”; ha poi rimarcato come una delle più significative novità di questa normativa riguardi i limiti all'attività del giudice ricusato – qualora la ricusazione sia fondata - nel procedimento in corso. Alessandro Cardelli, PDCS, ha osservato come astensione e ricusazione siano istituti solo apparentemente simili. La scelta del Magistrato Dirigente in tema di astensione - ha spiegato - è dovuta alla necessità di velocizzare la procedura, che entro 20 giorni deve concludersi; e la presenza dei giudici per i rimedi straordinari, in Tribunale, è “limitata”.

Veloce l'esame dell'articolato; interrotto tuttavia dalla Reggenza, che ha disposto la sospensione dei lavori, per circa un'ora, per permettere lo svolgimento di un Congresso di Stato straordinario; al centro della seduta il conflitto in corso in Ucraina. A seguire l'incontro dei capigruppo, per un aggiornamento. E poi la ripresa dei lavori consiliari. Con l'ok definitivo al pdl. Si è passati poi all'ultimo tassello del “pacchetto Giustizia”: il progetto di legge per implementare garanzie ed efficienza della procedura penale. Numerose le innovazioni, nel segno della speditezza, della modernizzazione e del rafforzamento dei principi del “Giusto Processo”. Sembravano esservi tutti gli elementi per un percorso condiviso; tranne che per un passaggio, duramente stigmatizzato in questi giorni da Libera ed RF, e riguardante l'introduzione del Giudizio di terza istanza. Pur non essendo contrarie in linea di principio, le Opposizioni hanno puntato il dito contro tempistica e modalità di questa modifica; evocando possibili effetti – quali la prescrizione – su processi in corso quali il “Conto Mazzini” e il “Caso Titoli”. Da qui la nomina di due distinti relatori. Per la Maggioranza Alessandro Cardelli, che ha illustrato nel dettaglio i punti salienti del PdL; fra questi una puntuale regolamentazione dell'applicazione delle misure coercitive, la loro durata massima, le possibilità di ricorso; e questo per limitare la possibilità di abusi. E poi l'introduzione del patteggiamento; la possibilità di archiviare un fascicolo per particolare tenuità del fatto e così via. E poi la relazione di Minoranza, letta da Giuseppe Morganti; nella quale, in particolare, si approfondisce quello che le Opposizioni definiscono il vulnus del progetto di legge.





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