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Consiglio: il giorno delle istanze, protagonista l'asilo di Falciano

2 ago 2012
L’Aula approva a larga maggioranza la variazione al bilancio dello Stato per finanziare la campagna elettorale
L’Aula approva a larga maggioranza la variazione al bilancio dello Stato per finanziare la campagna elettorale
Il Consiglio sta per concludere i lavori e dice si all’istanza d’arengo che chiede una gestione pubblica per l’asilo nido di Falciano, struttura acquistata e rinnovata con finanziamento pubblico.
26 i voti a favore. 20 i no, 3 le astensioni. L’Istanza è arrivata in Aula forte di oltre 3.500 firme. Non ha dato indicazioni di voto il governo con il Segretario alle finanze che sottolinea: non faccio mie le ragioni dell’istanza. Nessun progetto di privatizzazione dei nidi statali, assicura Valentini, anche se il lungo confronto politico ha visto dibattere, più che la richiesta dell’istanza, proprio la gestione dei servizi educativi. E mentre Angela Venturini dei Moderati annuncia la propria astensione invitando “le lingue biforcute a prendersi le loro responsabilità”, Denise Bronzetti chiede di uscire dal politichese. E’ stata fatta una cavolata, sottolinea, e bisogna tornare indietro. Non perché, ricorda la Presidente del Psd, si voleva affidare la gestione del nido a un privato, ma perché ben due governi avevano garantito che quella struttura sarebbe rimasta nelle mani del pubblico. 44 si, 2 no e 2 astenuti alla variazione al bilancio dello Stato per finanziare la campagna elettorale, che si è trasformata – come annunciato – in uno scontro sul finanziamento pubblico ai partiti. E’ stata Sinistra Unita a dare il via, con la presentazione prima di un ordine del giorno e poi di un emendamento che chiedeva di non procedere al raddoppio, così prevede la legge, dei soldi stanziati alla politica durante il ricorso alle urne. Abbiamo il dovere morale, dice Francesca Michelotti, di dare corso a una campagna elettorale senza sprechi e volgarità, dimostrando che la democrazia non costa. E’
il momento del rigore e della sobrietà. Su Sinistra Unita sono piovute accuse, bipartisan, di demagogia. Il finanziamento pubblico, ha detto il resto dell’Aula, è uno strumento di alta democrazia, controllabile e verificabile. Le forze politiche si sono dette disponibili a discutere su una riduzione generale delle spese, ricordando che il loro contributo è già stato ridotto del 10% e che il 60% di questo finanziamento va ai partiti, mentre l’altro 40% alle spese sostenute dall’ amministrazione pubblica. Tutti concordi, invece, sul fatto che il costo della politica sammarinese è molto inferiore rispetto ad altre realtà democratiche. Siamo a livello di volontariato, sottolinea il capogruppo della dc lanciando una provocazione. Senza il contributo pubblico, sarebbe ancora giustificato lo 0,40 di finanziamento al sindacato, chiede Mazza. Sarebbero fra quelli, afferma, che potrebbero sostenere una rappresentanza in Consiglio. I 2milioni 60mila euro di assestamento sono comprensivi, spiega il Segretario alle finanze, del finanziamento ai partiti e del costo della macchina elettorale. Si è contenuto il deficit perché sono già state fatte economie sulle spese elettorali complessive. Abbassare ancora i costi, dice Valentini, solleva dubbi su come sia possibile che persone agiscano nell’ambito politico senza alcuna copertura finanziaria. Lo stesso Greco, ricorda, pone problemi sul fatto che questo nasconda altre forme di finanziamento meno garantiste della democrazia e della libertà. Approvato, a larga maggioranza, 35 voti a favore, 7 contrari e 6 astenuti, il testo unico in materia di armi ed esplosivi. La legge, nei suoi 70 articoli, raccoglie e disciplina tutta la normativa esistente in Repubblica. Il testo unico, ha sottolineato il Segretario di Stato all’industria, è frutto di un lungo confronto con la politica, gli operatori economici, ma anche con l’Italia. Proprio ieri Marco Arzilli ha incontrato i rappresentanti delle federazioni caccia, tiro a volo e tiro a segno, che avevano anticipato la loro contrarietà alla legge. Una situazione superata, ha detto il Segretario all’industria. Il provvedimento entrerà in vigore fra 4 mesi. Un articolo dovrà essere modificato e lo farà il nuovo governo. E’ ovvio, si cambia - ha sottolineato Arzilli. Servono regole trasparenti ma gli operatori seri, rimarca, hanno sempre applicato le norme. La delicatezza del settore è tale che altrimenti, i problemi avuti anche nei rapporti bilaterali, su questo fronte non sarebbero stati minimi.

Sonia Tura

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