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Crisi bancarie, fuoco incrociato. Lonfernini bacchetta l'Aula: "Quel sistema ha fatto comodo a tutti"

Pedini Amati: "Le Commissioni d'Inchiesta politiche non servono a niente. Non c'è mai stata una condanna". Righi deluso per l'assenza di conclusioni politiche: “La relazione deve essere frutto di verità, non di compromesso"

di Monica Fabbri
14 dic 2021
Crisi bancarie, fuoco incrociato. Lonfernini bacchetta l'Aula: "Quel sistema ha fatto comodo a tutti"

Difficile che si arrivi, anche questa volta, ad un solo ordine del giorno, nonostante appelli bipartisan a guardare avanti senza rivendicazioni di sorta, “a remare – come invoca Sandra Giardi - nella stessa direzione”. Si assiste ad un dibattito dominato dal fuoco incrociato. La Dc che ricorda i vari tentativi del partito, anche attraverso un esposto, di mettere in guardia l'allora maggioranza sul piano criminale per impadronirsi di Carisp, mentre RF e Libera non ci stanno a farsi fare la morale: “Sembra che gli ultimi tre anni siano stati quelli dello sfacelo”, tuona Fernando Bindi, evidenziando come si parli in quel caso di colpe mentre, per le concessioni di licenze dietro tangenti, solo di errori. “Invece – attacca – sono atti criminali più i primi degli ultimi”.

Per Matteo Ciacci è giunto il momento di censurare quegli anni, “e il delirio di onnipotenza che ha generato un benessere effimero”. Manuel Ciavatta ricorda come nella DC di oggi non ci sia più nessuno di quegli esponenti del passato. E' doveroso da parte di tutti – afferma Oscar Mina - arrivare ad una valutazione corretta, leale, e chiudere la questione in maniera dignitosa. Come Gino Giovagnoli anche Grazia Zafferani chiede scusa ai cittadini “in quanto rappresentante delle istituzioni”, e si dispiace che l'Aula continui a concentrarsi sugli errori di ieri senza chiedersi cosa stia sbagliando ancora oggi. Il sistema mafioso e clientelare – avverte - è ramificato.




Prendono la parola i Segretari di Stato: se ieri Luca Beccari parlava di miopia tutta sammarinese il non aver capito che il mondo stava cambiando, Teodoro Lonfernini – nel rimpallo delle responsabilità a distanza di trent'anni - ricorda che quel sistema ha fatto comodo a tutti, nessun escluso. Chiede quindi all'Aula la maturità di non meravigliarsi ma di guardare avanti, al sistema che vogliamo per il paese.

Anche Fabio Righi guarda al futuro, ma bisogna comprendere bene gli errori del passato per non ripeterli – aggiunge – rilevando le analogie nell'assenza di lungimiranza e di un progetto preciso su cui costruire il paese. Non nasconde poi la delusione per l'assenza di conclusioni politiche, dato che “la Commissione – fa notare - deve essere frutto di verità, non di compromesso”. Non ha dubbi: “una certa politica che ancora pretende di dire cosa fare ha fallito”.

Federico Pedini Amati non usa giri di parole: “Le Commissioni d'Inchiesta politiche non servono a niente. Non hanno mai portato ad una sola condanna. L'unico intervento – dice - può farlo il tribunale. Se sono state pagate tangenti mi auguro che non faccia sconti e vada fino in fondo. Con amarezza rileva però come a San Marino non venga mai fuori niente, “è questa – dice - la vergogna del nostro paese”.

Giovanni Zonzini ricorda, però, che Buriani e Celli sono stati rinviati a giudizio su denuncia proprio della Commissione. Lascia però disarmati il fatto che Confuorti non abbia mai risposto a nessuno

“Non è stato toccato da alcun rinvio a giudizio. Ci dovremmo vergognare tutti, come politica e società”, attacca Matteo Zeppa. Nelle sue parole rabbia e amarezza: “Con tutto ciò che è scritto e sancito in documenti condivisi all'unanimità da commissari, si dovrebbe scatenare una vera e propria reazione civile, non un semplice sdegno”.  "Fare ammenda - chiarisce - significa prendere le distanze anche da chi oggi ha un ruolo centrale nelle rappresentanze di partito". E citando Sciascia sulla mafia in Sicilia, qui - dice - " mancano solo i morti ammazzati per strada". 






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