I nostri giudizi sulla vicenda Selva si fondano sull’onestà intellettuale, ribadiscono i Dissidenti DC. Ci insospettisce – scrivono - chi predica rinnovamento e trasparenza e nello stesso tempo persevera sullo scandalismo ad ogni costo, nella costruzione di prove o documenti spesso sospetti e di questo intende investire il Consiglio Grande e Generale. Il nostro Parlamento – proseguono Lonfernini, Mularoni, Gasperoni e Zafferani - sta diventando la cassa di risonanza di vicende e contrasti personali o di parte: è la sconfitta della politica e il consolidamento del primato dei cosiddetti “poteri forti”, che a parole si ergono a moralizzatori, ma nei fatti ne favoriscono la sopravvivenza e le imposizioni. Chi brandisce documenti a suo dire scottanti - concludono i dissidenti - vada a depositarli in Tribunale, come tutti i normali cittadini, e non scomodi il Consiglio Grande e Generale, dentro il quale si nasconde anche un’immunità che potrebbe far comodo.
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