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La Reggenza in occasione della Giornata della Memoria: "Abbiamo la responsabilità di ricordare"

I Capi di Stato nel loro messaggio, rivolto anche agli studenti, sottolineano l'importanza di celebrare questa ricorrenza

27 gen 2024
I Capitani Reggenti di San Marino Filippo Tamagnini e Gaetano Troina

Il 27 gennaio 1945 furono liberati gli ultimi prigionieri rimasti ancora in vita nel campo di concentramento ad Auschwitz. Questo atto determinò la fine di uno sterminio, barbaramente pianificato contro le persone di origine ebrea e contro gruppi appartenenti ad altre minoranze, che la follia posta in essere da individui molto determinati e senza scrupoli intendeva eliminare per sempre.

Da allora, quel luogo, è divenuto il simbolo di una brutalità e di una barbarie che, con le agghiaccianti risonanze visive che hanno martoriato la storia, scuotono ancor oggi la coscienza di quei popoli che hanno sviluppato la propria identità nel rispetto dei diritti della persona, della tolleranza, del dialogo tra tutti gli uomini e della convivenza pacifica.

Oggi ricorre pertanto la Giornata Internazionale, dichiarata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in memoria delle vittime dell’Olocausto. Una memoria volta ad impedire che episodi di questo tipo si ripetano: studiare la storia serve proprio allo scopo di evitare la ripetizione di errori del passato, nella costruzione di un domani migliore, caratterizzato dalla pace e dalla concordia tra i popoli. Un episodio della storia del mondo e dell’umanità tramutatosi in tragedia immane, senza eguali, che si consumò nel cuore dell’Europa, negando quei valori e principi che sono i cardini della sua cultura e della sua civiltà.

Sei milioni di donne, uomini e bambini sterminati. La Reggenza, condividendo la Risoluzione adottata dall’ONU fatta unanimemente propria dal Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino, è certa di rappresentare i sentimenti del Popolo sammarinese nel dare solennità anche istituzionale ad una ricorrenza per ricordare uno dei più efferati atti di genocidio che hanno contraddistinto la storia dell’uomo, invitando tutti a non dimenticare.

Noi tutti abbiamo la responsabilità di ricordare e di trasmetterne memoria alle generazioni future, perché possa continuare ad essere monito per i posteri e per ribadire il nostro impegno di uomini liberi, affinché tutto questo non debba mai più ripetersi. Riteniamo fondamentale che questo messaggio passi, perché dobbiamo purtroppo riscontrare che da allora, nonostante le costanti celebrazioni e i moniti, l’umanità nel frattempo non abbia smesso di macchiarsi di crimini quali il genocidio, la pulizia etnica, il razzismo e la xenofobia.

L’anatomia folle delle nuove guerre ci lascia attoniti. L’evento bellico si frammenta e si moltiplica in una combinazione inedita di modernità e barbarie, di guerre efferate e di carneficine umane che non lasciano spazio alla ragione collettiva e che coinvolgono sempre più la popolazione civile. Conflitti amplificati dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione, che diventano l’espressione più terrificante dei malesseri della nostra società. Ricordare è pertanto un dovere morale, che anche la nostra Repubblica, le sue Istituzioni, il mondo della scuola, della cultura e dell’informazione hanno fatto proprio, celebrando ogni anno con sentita partecipazione questa ricorrenza.

Rievocare è il modo migliore per rendere omaggio al sacrificio di tante vittime innocenti e per confermare il nostro impegno a condannare, senza riserve, ogni genere di intolleranza e di violenza compiute a danno di persone o di comunità di origini etniche o religiose diverse.

Sappiamo che queste nostre parole raggiungeranno le classi dove siedono i nostri giovani e a loro ci rivolgiamo in modo particolare, perché è bene siano consapevoli che la loro formazione è indispensabile per diventare gli ambasciatori dei supremi valori che hanno dato origine a questa nostra Repubblica, incarnandone un principio essenziale che è quello della concordia.

Con questo spirito, plaudiamo alle iniziative promosse in occasione del Giorno della Memoria, invitando la nostra popolazione a non dimenticare la grande umanità di cui, in quel difficile contesto, i Sammarinesi seppero dar prova, affinché la loro testimonianza possa rappresentare un esempio e un monito per il nostro presente e per il nostro futuro. Invitiamo altresì le Istituzioni a promuovere, in ogni contesto possibile, occasioni di rispettoso dialogo e confronto, anche sul tema interreligioso, che oggi più che mai è essenziale per contrastare derive violente ed estremiste, spesso guidate dal pregiudizio e dall’ignoranza.

Oggi il nostro pensiero va, con profonda riconoscenza, anche coloro che, nei momenti più difficili e bui, a rischio della propria vita, non sono rimasti passivi di fronte alla tragedia della Shoah. E, nel ricordo della disumanità che ha portato all’Olocausto, ribadiamo quanto la guerra e lo sterminio di popoli siano la più grande inautenticità dell’amore per la vita.

I tempi sono mutati. E’ questione collettiva di civiltà agire efficacemente contro ogni tipo di barbarie. Dalle parole di Primo Levi: “Distruggere l'uomo è difficile. Quasi quanto crearlo". L’auspicio è che si possa sempre tramandare, di generazione in generazione, l’amore per la vita, il desiderio di contribuire alla sua crescita, affinché la nostra terra diventi tempio di rispetto ed intelletto, piuttosto che di egoismo e stoltezza.





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