Logo San Marino RTV

Politica italiana: tempesta per la norma sul lodo Mondadori

5 lug 2011
Scatena una violentissima tempesta nella politica italiana la norma sul lodo Mondadori inizialmente inserita nella Manovra economica. Silvio Berlusconi alla fine è costretto a ritirare la norma che, se approvata, gli avrebbe evitato di pagare a De Benedetti quasi 700 milioni di euro se condannato per la vicenda del Lodo Mondadori, su cui la sentenza d’appello è imminente. Al sofferto “dietrofront” di quella che comunque il presidente del Consiglio continua a giudicare una “norma giusta e doverosa” ma Gianfranco Fini dallo scranno più alto di Montecitorio bolla come “inopportuna”, il presidente del Consiglio arriva anche per le pressioni di Tremonti e soprattutto della Lega. Né il ministro dell’Economia né quelli del partito di Bossi sapevano nulla dell’inserimento a sorpresa del codicillo favorevole per il premier. Un fatto, questo, per il quale dal Carroccio era trapelato “stupore e rabbia” e che aveva scatenato la reazione sia del Csm sia dell’opposizione. Il centrosinistra esulta per il ritiro, ed il Pd offre la disponibilità ad approvare la manovra entro settembre se il governo non ricorrerà alla fiducia aprendosi al confronto in Parlamento. "Berlusconi ci ha provato, ora noi apriremo bene gli occhi perchè sappiamo con chi abbiamo a che fare", dice il segretario del Pd Bersani, che nel pomeriggio aveva chiesto lo stralcio di quella norma che aveva definito “scandalosa”. E contento per il ritiro del codicillo sul Lodo Mondadori è anche Di Pietro, che è però deluso per l’affossamento alla Camera determinato da una maggioranza trasversale della proposta di legge per l’abolizione delle province.

Da Roma Francesco Bongarrà

Riproduzione riservata ©