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Regole in campagna elettorale: le chiedono le opposizioni

8 mar 2006
Regole in campagna elettorale: le chiedono le opposizioni
“Più che la Pubblica amministrazione, sembra il mercato di Borgo”. L’affermazione, lanciata da Romeo Morri, è sottolineata anche da Alleanza Popolare, Sinistra Unita, Nuovo Partito Socialista e Popolari, che gridano allo scandalo per quello che il Congresso di Stato sta deliberando nelle ultime sedute. Preoccupazione e sdegno che hanno rivolto ai Capitani Reggenti, chiedendo loro di vigilare affinché almeno la legge sia rispettata: “Ad esempio – elenca Tito Masi – sappiamo di posti ad esaurimento che invece sono stati ricoperti, di dipendenti del contratto privatistico entrati in pianta organica, di aumenti di livello, di distacchi ingiustificati, di consulenze immotivate, e di nuove assunzioni. Gli stessi Capi di Stato hanno parlato di Pa in emergenza, ma perché questi posti vengono ricoperti proprio adesso?”. C’è poi la questione del voto estero: l’opposizione è venuta a conoscenza già di alcuni fatti che non possono non far pensare: “C’è grande mobilitazione nei partiti e soprattutto da parte di singoli esponenti politici – aggiunge Augusto Casali – C’è il rischio che si ripeta quanto accaduto nelle precedenti tornate elettorali, con viaggi pagati, segregazione di elettori esteri negli alberghi della Riviera. Subito dopo i sondaggi che danno le forze di maggioranza in caduta libera, si è aperta la caccia al voto estero”. “Invitiamo gli elettori – aggiunge Francesca Michelotti – a non forzare i meccanismi elettorali con azioni che compromettano la fisiologicità del risultato elettorale”. In ultimo, ricordano che le recenti riforme istituzionali prevedevano un regolamento attuativo per dare autonomia alla Pa e trasferire le competenze dal Congresso di Stato: regolamento non ancora emesso.

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