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Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta...

"Da Vito" una storica trattoria a Bologna a due passi da dove abitava Francesco Guccini

di Mirco Zani
16 feb 2022
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta...

Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta....una sicuramente è quella cantata da Guccini,  si chiama semplicemente: "Da Vito" ma dentro si respira un atmosfera del tutto particolare che in nussun altro luogo è possibile ritrovare. Vito apre nel 1948 lo fa Vito Pagani, padre di Paolo, che ci ha lasciati proprio in queste ore, nel quartiere Cirenaica a Bologna, al 9 di via Mario Musolesi, a ridosso di quella via Paolo Fabbri dove al numero 43 ha la residenza bolognese Francesco Guccini e che diventa anche il titolo di uno dei suoi album più celebrati. Per i bolognesi negli anni diventa una sorta di meta  dove oltre che a gustare la vera cucina bolognese quella fatta di tortellini, lasagne e tagliatelle è facile che al tavolo vicino siedano personaggi della musica cantautorale italiana di primissimo piano.

Lo stesso Guccini , Dalla, Roberto Vecchioni, passando per Gaetano Curreri per finire a Faber De Andrè e Morandi. Ma "da Vito", per tutti semplicemente Vito, a partire dagli anni settanta diventa un luogo di ritrovo non solo di cantautori, ma anche di intellettuali e artisti, giornalisti, basti ricordare che fra i suoi tavoli è praticamente nato "Il Foglio", quotidiano promosso da Luigi Pedrazzi che ha rappresentato una forte innovazione nel mondo del giornalismo e della cultura cittadina. Ma sono nate anche tantissime serate improvvisate alle quali prendevano parte Dario Fo, Giorgio Gaber, solo per citarne alcuni.

Tanti sono gli aneddoti legati a questa osteria divutail simbolo delle notti Bolognesi. Raccontano in molti avventori che al momento di chiedere il conto vedevi entrare Guccini con Lucio, (Dalla) accompagnati da un nuvolo di personaggi alcuni dei quali con strumenti in mano, che lasciavano presagire la piega che avrebbe preso la serata da li a poco. Non volendosela perdere, la richiesta del conto si trasformava subito in: e "che dolci avete?" Richiesta che si ripeteva anche per tre o quattro volte diventando la scusa per restare e godersi lo spettacolo improvvistao dai "maestri della canzone italiana" certi che si avrebbe assistito a qualcosa di unico, irripetibile e che ai concerti non si sraebbe mai e poi mai visto. Da Vito i "cinni" come Luca Carboni hanno visto spiccare il volo delle loro carriere. 

"Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore E insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore...."  






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