Si sono aperte ufficialmente ieri sera, con la cerimonia inaugurale, le olimpiadi di Atene. Un grande spettacolo nella capitale greca. Emozioni, suggestioni In principio fu la Grecia, i templi dell’Acropoli sopra la città mondo di Atene, sintesi di cultura e civiltà, origine e fulcro dell’universo classico. Tutto intorno una costellazione di isole, dove il sole, il mare e le rocce raccontano le gesta immortali degli eroi del mito e di dei troppo umani. Le XXVIII olimpiadi dell’era moderna tornano a dondolare nella culla dove furono adagiate, per la prima volta, 2800 anni fa. Spettacolare, marvelleuise, wonderful, pulcherrima, muy hermosa, katapliticò nella lingua di casa. Una cerimonia inaugurale che riesce nella sua missione impossibile. Fare meglio di Sidney 2004. Surclassata l’arlecchinata di Atlanta. Atene si prende la sua rivincita più bella sulla città senza storia che otto anni fa le soffiò l’olimpiade del centenario. Fu una beffa colossale ordita dal dio dollaro, una bibita in lattina e la parabola di un network riuscirono ad essere più affascinanti delle curve di Afrodite e a ruggire più forte del Leone di Nemea. Olimpia ritorna nel suo tempio, ma le guerre purtroppo non si sospendono più. Il rischio è anzi che l’eco del terrore, l’urlo terribile delle bombe arrivino fino qua a rompere l’incanto. Da Atene si levi un messaggio di pace è l’auspicio del presidente italiano Ciampi, presente in tribuna. Tedofori di pace, messaggeri della loro storia millenaria di libertà e non belligeranza anche gli atleti della Repubblica di San Marino, la prima nazione Europea a sfilare allo stadio Olimpico. Ovazioni per le delegazioni di Afghanistan, Palestina ed Irak, applausi per la Corea riunita sotto un’unica bandiera. Ad accendere il braciere c’è il velista greco Nikolaos kaklamanakis, oro alle olimpiadi di Atlanta. Prende il posto, all’ultimo momento del dio Kenteris. L’ombra del doping lo ha fatto ridiventare uomo,
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