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Roberto Pazzaglia con la bandiera di San Marino sull’Everest

20 mag 2009
Un immagine che rimarrà nella storia dell’alpinismo sammarinese e soprattutto nella memoria di Antonio e Roberto Pazzaglia.
Perchè se è vero che a raggiungere la vetta è stato Roberto, la riuscita di questa grande impresa va sicuramente divisa con il fratello Antonio.
Circa 14 ore di scalata, le ultime quattro Roberto le ha affrontate da solo, sfidando le avversità del tempo, con neve, vento fortissimo e temperature polari.
Massacrante anche la fase di discesa. Altre 10 ore, in totale saranno 24, senza mai fermarsi.
Roberto Pazzaglia cerca ma non trova il fratello Antonio, continua a scendere fino al campo base 1 a 7.900 metri e li troverà il primo riparo, una tenda con due alpinisti francesi, per trascorrere la prima notte dopo la conquista dell’Everest.
I fratelli Pazzaglia ora si trovano al campo base avanzato e portano addosso i segni di una avventura estrema.
Un principio di congelamento alle mani di Antonio, stesso problema ma questa volta alle dita dei piedi per Roberto.
A rendere ancora più grande l’impresa dei due alpinisti, la discesa di cui è stato capace ieri Antonio Pazzaglia. Partito dagli 8.300 metri del campo base 3, in una sola giornata è sceso fino ai 6.400 del campo base avanzato.Un dislivello di 1.900 metri, per riabracciare il fratello e condividere con lui la gioia di un grande successo.

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