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San Marino ad Atene: i complimenti di Pescante

22 ago 2004
San Marino ad Atene: i complimenti di Pescante
Una piccola Repubblica, una tradizione sportiva da far impallidire le superpotenze, cinque atleti: paradossalmente ce n’è uno per ogni cerchio. Difficile che un’Olimpiade possa concedere più di così. Ha alimentato sogni che in nessun caso son diventati incubi. E va bene così, spesso lo sport coi piccoli è crudele. E invece San Marino si è presa i complimenti di Pescante (“Con voi ritrovo i veri valori di Olimpia”) e si è gustata i successi dei suoi atleti. Successi perché l’unità di misura di un’impresa è sempre una specie di base per altezza e lasciamo stare le medaglie e i super uomini. San Marino torna da Atene con almeno cinque storie da raccontare. La prima è quella di Diego Mularoni. Che in verità sarebbe l’ultima in quanto ultima gara della sua carriera. Ha deciso di lasciare il nuoto, Diego, con addosso il cloro olimpico e tante gocce di storia. Lascia con la migliore prestazione sammarinese dell’anno e se non è la sua migliore di sempre pazienza: si è messo l’accappatoio e ha giurato di non pensarci più. Il suo sogno avrà il gusto un po’ più lungo. Un’altra storia la scrive Emanuele Nicolini. Per lui c’è ancora tanto futuro davanti e tra quattro anni c’è da giurarci sarà ancora lì a prendere la targa agli uomini siluro. L’Olimpiade merita di giocarsela al meglio. Senza quel mal di schiena che lo ha tormentato ad Atene. Classe ed età sono dalla sua. Lo aspettiamo a Pechino 2008. E aspettiamo anche Emanuela Felici. Sorriso dolcissimo e mira da cecchino. Su di lei un po’ di pressione perché con lei San Marino il sogno di una medaglia lo ha accarezzato davvero. E’ volato via agli shoot off con un colpo di vento che soffiava in direzione Corea. Quattro anni di sacrifici , ce ne vogliono altri quattro. Ma non raccontatelo a Francesco Amici. Ha chiuso con un risultato che spesso assicura la finale, ma non ad Atene. Ha sparato, sudato, lottato, litigato con un arbitro e si è preso un cartellino giallo. La sua Olimpiade è stata quasi una cosa fisica. Sogna qualche giovane che gli dia una mano, ma a Pechino non vuol mancare, un colpo di fucile già prenotato. Nei 100 metri piani abbiamo tifato per Gian Nicola Berardi, che non ha tradito le attese. Di prima mattina se ne è lasciati 15 alle spalle. Vento contrario forte e alcuni marziani sparsi i problemi più diffusi: Asafa Powell e Shawn Croford. Non farsi seminare era la prima regola. Ha chiuso in 10’’76. E tra quattro anni? Crescere crescere ancora. E se spuntasse qualche nome nuovo o se a Pechino andasse qualche atleta in più? Ci sarebbe meno posto sull’aereo e sarebbero tutti contenti di stare un po’ più scomodi e un po’ più stretti.

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