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Caso Suarez: sentito dai PM di Perugia in videoconferenza, l'uruguaiano ha ammesso di aver ricevuto una mail anticipata

L'attaccante dell'Atletico Madrid, in spagnolo, non ha mai parlato di esame farsa ma di aver ricevuto una mail dall'Università per stranieri con esercizi poi rivelatisi uguali a quelli che ha sostenuto a Perugia

20 dic 2020

Grazie ad una rogatoria internazionale la procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone ha sentito in videoconferenza Suarez. L'uruguaiano sapeva le domande e avrebbe ammesso di essere a conoscenza in anticipo dei contenuti della prova di esame per ottenere la certificazione linguistica B1 in vista del tesseramento da parte della Juventus, che è poi sfumato, per cause al vaglio della procura di Perugia. Suarez è stato sentito come persona informata dei fatti e ha avuto bisogno dell’interprete.

Il Pistolero, collegato dalla Spagna, ha risposto per due ore alle domande del Procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone; e dei sostituti procuratori, Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti. Luis Suarez avrebbe affermato che tra il 28-29 agosto era stato siglato un preliminare di contratto per il suo passaggio in bianconero. Poche settimane dopo il dietro-front. Intorno alla metà del mese di settembre lui e il suo entourage avrebbero ricevuto una telefonata da Fabio Paratici, ora anche lui indagato per "False informazioni al pubblico ministero”, il quale affermò che il suo trasferimento a Torino era saltato. La tesi della procura è che la Juve non si sarebbe limitata al favore di indicare la strada ai manager del calciatore ma avrebbe usato la sua influenza per far accorciare i tempi e per far allargare le barriere fino a ottenere un esame taroccato facendogli avere in anticipo le domande e le risposte concordate.

Agli atti ci sono telefonate e messaggi whatsapp scambiati anche tra i dirigenti della Juve e dirigenti del ministero degli Interni, un altro elemento che fa ritenere ai magistrati che l'interesse della squadra torinese fosse ben diverso da quello di un semplice aiuto fornito all'entourage del calciatore. Non c'è solo la procura a indagare: anche la giustizia sportiva è entrata nella partita chiedendo le carte alla procura di Perugia. La tesi degli inquirenti è che la disponibilità offerta dall'Università per gli stranieri a taroccare l'esame nasca dalla volontà di compiacere la Juventus che, come aveva lasciato intendere uno dei suoi legali in una conversazione intercettata, avrebbe potuto mandare altri calciatori a Perugia con beneficio della città e della stessa Università


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