Logo San Marino RTV

Melanoma, grandi passi in avanti nella cura. Come prevenirlo e riconoscerlo tempestivamente

6 nov 2021
Melanoma, grandi passi in avanti nella cura. Come prevenirlo e riconoscerlo tempestivamente

Prima utilizzata solo nel melanoma metastatico. Poi in quello localmente avanzato ad alto rischio di recidiva. E ora anche per le fasi molto precoci. I dati che si vanno accumulando ormai da anni non lasciano dubbi sul fatto che l'immunoterapia sia efficace anche - e di più - se data presto. L'obiettivo è aumentare il numero dei pazienti che guariscono dal melanoma: molto ambizioso ma, secondo gli esperti, realizzabile alla luce dei primi risultati dello studio Keynote-716, presentato al Simposio Presidenziale Congresso Esmo 2021 (European Society of Medical Oncology).
Benedetta de Mattei ha intervistato la dott.ssa Paola Queirolo - Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica dei Melanomi, Sarcomi e Tumori Rari dell’Istituto Europeo di Oncologia – per capire quali sono le novità terapeutiche per il trattamento del melanoma, come riconoscerlo e prevenirlo.

Il melanoma è considerato il tumore più temuto e aggressivo della pelle
Si, il melanoma è il tumore più aggressivo e mortale della pelle anche se l’80% delle persone guarisce con l’intervento chirurgico.
L’incidenza di melanoma è in continuo aumento, siamo arrivati a circa 15.000 nuovi casi ogni anno, e negli ultimi 10 anni è raddoppiata. Da tumore “raro” è diventato “frequente”.


Quali sono le cause di questo aumento dell’incidenza del melanoma?
Innanzitutto, un aumento della diagnosi nelle fasi precoci della malattia, dunque una maggiore accuratezza nelle visite dermatologiche e più attenzione da parte della popolazione a farsi controllare. Vi sono poi dei cambiamenti nelle abitudini di vita, nel senso che ora i bambini fin da piccoli sono più esposti al sole. Nonostante le campagne di prevenzione che facciamo nelle scuole elementari, non vengono seguite le raccomandazioni e quindi le scottature dell’infanzia e adolescenza provocano sicuramente un aumento dell’incidenza di melanoma nei giovani adulti e negli adulti. Poi c’è sicuramente l’inquinamento che sempre più gioca un ruolo fondamentale: poiché vi è un’alterazione della stratificazione atmosferica dovuta soprattutto al buco dell’ozono ma anche ad altri elementi che garantivano questo filtro naturale dell’atmosfera e oggi vengono a mancare per via dell’inquinamento; di conseguenza i raggi ultravioletti sono meno filtrati e quindi rimangono più tossici per la nostra pelle.





C’è un’età in cui il melanoma colpisce maggiormente?
L’età media è di poco meno di 50 anni, con una pari distribuzione tra uomini e donne, ed è il terzo tumore per incidenza sotto i 50 anni, quindi, è un tumore che colpisce spesso i giovani adulti.

È un tumore in cui la prevenzione, sia primaria che secondaria, è molto importante.
Considerando che l’80% delle scottature si hanno prima dei 20 anni, la prevenzione primaria si può attuare soprattutto nell’infanzia e adolescenza. In questa fase è importante seguire il decalogo che noi non ci stanchiamo mai di diffondere, che suggerisce di non esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, usare indumenti coprenti tipo cappellino o occhiali da sole, cercare forme di riparo naturale come l’ombra sulla spiaggia o usare l’ombrellone, mettere una protezione alta che però da sola non garantisce di non scottarsi (ad esempio quando si suda e si fa sport o si fa il bagno va via subito). La prevenzione deve passare attraverso l’educazione per i genitori e gli insegnanti, oltre che per i ragazzi. Non dobbiamo stancarci di ripetere che il sole fa bene, ma senza eccessi, e che bastano pochi e semplici accorgimenti per poter godere appieno dei suoi benefici.
La prevenzione secondaria invece consiste nel recarsi alle visite dermatologiche e farsi dire da dermatologo quale sia la migliore frequenza per i controlli, in base alla familiarità, al proprio fototipo della pelle, al numero di nei che si hanno e ad una serie di altri fattori.


Quali sono i sintomi da non sottovalutare?
La regola dell’ABCDE è il primo passo verso la prevenzione in quanto aiuta a distinguere un neo da un melanoma:
Asimmetria, ossia dividendo le due parti di un neo non sono simmetriche
Bordi irregolari, i bordi del melanoma sono frastagliati
Colore disomogeneo, che va dal marrone scuro, al nero, al violaceo. Ci sono anche alcune lesioni chiare, rosa o rossastre
Dimensioni, il melanoma supera in genere i 5 mm e cresce
Evoluzione, oltre al cambiamento di aspetto anche la rapida crescita di un qualunque neo rappresenta un campanello d’allarme poiché in un adulto, a differenza dei bambini dove è normale avvenga, un neo non deve crescere.
Il sanguinamento di un neo è invece normalmente sintomo di una fase avanzata di melanoma per cui è bene effettuare una visita con urgenza.




Il melanoma può colpire anche i bambini e gli adolescenti?
Sono casi rarissimi anche se esistono. Molto dipende dal fototipo (generalmente molto chiaro) e dalla familiarità.

Quali sono oggi le principali novità terapeutiche nel trattamento del melanoma?
Senz’altro quello che ha cambiato la storia naturale del melanoma metastatico è stata
l’immunoterapia trasferita dopo la chirurgia
, che garantisce una sopravvivenza a 3 anni superiore all’80%; l’altro fattore positivo è di poter fare la terapia per un tempo limitato cioè un anno.
Vi sono casi in cui la malattia, nonostante la resezione chirurgica, è ad alto rischio di recidiva, come nei melanomi in stadio III e IV resecati, cioè in una fase in cui la malattia è stata completamente asportata. Per questa tipologia di pazienti non sottoposti a terapia adiuvante dopo la resezione chirurgica, il tasso di recidiva a 5 anni è elevato, pari al 71% e all’85%.
Attualmente è possibile anticipare l’immunoterapia al terzo stadio, nei pazienti che hanno metastasi o micro-metastasi o linfonodi regionali, anziché iniziarla al quarto stadio. E abbiamo adesso in pubblicazione i dati di un nuovo studio che ha dimostrato un vantaggio addirittura nei secondi stadi quindi in melanomi estesi senza metastasi e linfonodi regionali: la somministrazione di un anno di immunoterapia da una riduzione del rischio di recidiva a un anno del 35% e quindi senz’altro verrà approvato l’anno prossimo anche nel nostro Paese. E questo è un ulteriore grande passo in avanti.



Benedetta de Mattei





Riproduzione riservata ©