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Prosegue l’inchiesta che ha portato a perquisizioni e sequestri alla SMI

2 dic 2009
Una decina le perquisizioni alla San Marino Investimenti, la più importante holding finanziaria e fiduciaria del Titano. La SMI è stata passata al setaccio dalle forze dell’ordine della Repubblica coordinate dal Commissario della Legge Rita Vannucci e dall’Agenzia di Informazione Finanziaria. L’inchiesta romana, affidata al procuratore Perla Lodi, è andata avanti per due anni sottotraccia. Lunedì un corriere è stato fermato a Pesaro. Aveva 700mila euro in una valigetta. Secondo la Guardia di Finanza almeno un miliardo di euro è stato portato sul Titano, grazie all’aiuto di alcuni colletti bianchi finiti nell’inchiesta e accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. 55 le persone indagate, ma gli imprenditori coinvolti sarebbero un migliaio. I soldi, secondo le fiamme gialle, sfuggivano al patrimonio delle aziende e formavano un tesoro personale, a disposizione dell’imprenditore. Da San Marino il denaro riprendeva la strada italiana, utilizzando lo scivolo di alcune società controllate dalla SMI. Un metodo che consentiva di disporre, in alcuni casi anche di 5-10 milioni di euro, da spendere in barche, case e altri beni. Le perquisizioni, richieste da una rogatoria internazionale, hanno interessato anche le abitazioni e gli uffici dei responsabili della holding, compresa quella del Conte Enrico Maria Pasquini, presidente del Consiglio d’Amministrazione e amministratore delegato della SMI. A San Marino, al momento, non sono stati posti sotto sequestro conti correnti o somme di denaro ma documenti. Trenta le società italiane controllate dal 2007 ad oggi.

Sonia Tura

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