
Un nuovo coronavirus, la mutazione dell’H5N1 che provoca l’influenza aviaria, l'ultimo caso oggi nel bolognese con un gatto infetto, l’Mpox (già vaiolo delle scimmie) dichiarato emergenza sanitaria dall’Oms, poi ci sono stati gli arbovirus (Dengue, Zika, West Nile et cetera), infine la malattia del Congo che ha colpito una specifica area della Repubblica democratica del Congo. Il 2024 è stato un anno di allerte mentre il Covid fa pagare il suo prezzo: si stimano almeno 65 milioni di persone affette da Long Covid nel mondo. Intanto sono molti i virus respiratori in circolazione, mentre si registra un brusco aumento del numero di casi di sindrome simil-influenzale nella seconda settimana del 2025, dal 6 al 12 gennaio. Il livello d'incidenza in Italia è pari a 14,3 casi per mille assistiti (12,1 nella settimana precedente) e l'incidenza è in aumento in tutte le fasce di età, ma maggiormente colpiti sono i bambini sotto i cinque anni di età in cui l'incidenza è pari a 25,5 casi per mille assistiti (22,6 nella settimana precedente).
"C’è un mix di varie forme, non solo influenza storica, classica, ma anche presenza di altri virus: metapneumovirus, virus respiratorio sinciziale e alcune forme batteriche - spiega Fabrizio Ernesto Pregliasco, virologo e divulgatore, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio di Milano -. Come sempre l’approccio di queste infezioni respiratorie all’inizio deve essere con l’automedicazione, cioè farmaci sintomatici, con l’accortezza di attenuare i sintomi senza azzerarli. Bisogna poi seguire l’andamento della malattia e rivolgersi al medico se le cose non migliorano dopo i classici 3/4 giorni. Fondamentale non usare l’antibiotico all’inizio perché sono sostanzialmente tutte forme virali almeno nella fase dell’esordio".
Nel video l'intervista a Fabrizio Ernesto Pregliasco, virologo e divulgatore, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio di Milano