Illustrata ieri dal Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio una nuova stesura del progetto di legge sull'assestamento d bilancio. Tale proposta prevede, tra gli interventi più eclatanti, una modifica alla legge di riforma fiscale del 2013 - legge che aveva raggiunto un complesso punto di equilibrio nella tassazione dei redditi da pensione e da lavoro - la quale prevede un drastico abbassamento delle detrazioni fiscali sulle pensioni, portandole dall'attuale 20% al 7%.
Questo abbassamento produrrebbe un aumento molto elevato della imposizione fiscale, pari a circa il 45%. Per fare un esempio concreto, una pensione di 20.000 euro annui, se fino ad oggi paga 530 di imposizione fiscale, in virtù di questo incremento andrebbe a pagare 764 euro. Per le pensioni superiori a 40.000 euro, viene cancellata ogni detrazione.
La CSU respinge con estrema determinazione questa proposta, che va colpire in modo assurdo e indiscriminato la categoria dei pensionati; una misura ancor più odiosa a fronte di una situazione che vede la maggior parte degli operatori economici dichiarare redditi risibili e del tutto inverosimili.
Anziché andare nella direzione dell'equità, attraverso l'attivazione di strumenti efficaci e tempestivi di controllo e di accertamento dei redditi reali delle categorie del lavoro autonomo, e applicare la conseguente tassazione, per l'ennesima volta si vuole puntare il mirino e fare “cassa” su una categoria il cui reddito è certo e trasparente, come i pensionati. La CSU esige pertanto lo stralcio di questo provvedimento.
Altra misura inaccettabile è la proposta di eliminare completamente il contributo dello Stato, previsto per legge sui fondi pensionistici con risultanze attive. Oltre a non essere condivisibile nel merito, non è accettabile che si vadano a scrivere pezzi significativi di riforma delle pensioni in un contesto completamente diverso e del tutto improprio, ovvero una legge di assestamento di bilancio. Eventuali modifiche che coinvolgono il sistema pensionistico devono essere affrontate unicamente nella più ampia trattativa sulla riforma delle pensioni. La CSU chiede con fermezza che anche questa misura sia eliminata dal progetto di legge.
La Segreteria Finanze propone altresì di cancellare l'impegno dello Stato al reintegro della somma di 3 milioni di euro nel fondo di riserva di rischio per l'anno 2017. Si tratta di un impegno assunto dal precedente Governo, che prevede il versamento di 3 milioni di euro all'anno per il triennio 2017-2019, che per la CSU deve essere assolutamente rispettato. Questo fondo, che serve a coprire eventuali sofferenze dei fondi pensioni, ha necessità di essere rimpinguato e consolidato; pertanto la CSU chiede di eliminare anche questa inaccettabile proposta.
Il progetto di legge prevede anche una ritenuta di solidarietà, pari allo 0,50% per i dipendenti pubblici a favore del fondo ammortizzatori sociali. Ciò, non prevedendo la quota che dovrebbe pagare lo Stato come datore di lavoro per lo stesso fondo ammortizzatori sociali. La CSU ritiene che anche questo provvedimento sia del tutto fuori contesto, e che tale argomento si possa eventualmente affrontare in una trattativa specifica che riguarda il trattamento contrattuale dei lavoratori del settore pubblico. Pertanto, la CSU chiede lo stralcio anche di questa misura.
Centrale Sindacale Unitaria
Questo abbassamento produrrebbe un aumento molto elevato della imposizione fiscale, pari a circa il 45%. Per fare un esempio concreto, una pensione di 20.000 euro annui, se fino ad oggi paga 530 di imposizione fiscale, in virtù di questo incremento andrebbe a pagare 764 euro. Per le pensioni superiori a 40.000 euro, viene cancellata ogni detrazione.
La CSU respinge con estrema determinazione questa proposta, che va colpire in modo assurdo e indiscriminato la categoria dei pensionati; una misura ancor più odiosa a fronte di una situazione che vede la maggior parte degli operatori economici dichiarare redditi risibili e del tutto inverosimili.
Anziché andare nella direzione dell'equità, attraverso l'attivazione di strumenti efficaci e tempestivi di controllo e di accertamento dei redditi reali delle categorie del lavoro autonomo, e applicare la conseguente tassazione, per l'ennesima volta si vuole puntare il mirino e fare “cassa” su una categoria il cui reddito è certo e trasparente, come i pensionati. La CSU esige pertanto lo stralcio di questo provvedimento.
Altra misura inaccettabile è la proposta di eliminare completamente il contributo dello Stato, previsto per legge sui fondi pensionistici con risultanze attive. Oltre a non essere condivisibile nel merito, non è accettabile che si vadano a scrivere pezzi significativi di riforma delle pensioni in un contesto completamente diverso e del tutto improprio, ovvero una legge di assestamento di bilancio. Eventuali modifiche che coinvolgono il sistema pensionistico devono essere affrontate unicamente nella più ampia trattativa sulla riforma delle pensioni. La CSU chiede con fermezza che anche questa misura sia eliminata dal progetto di legge.
La Segreteria Finanze propone altresì di cancellare l'impegno dello Stato al reintegro della somma di 3 milioni di euro nel fondo di riserva di rischio per l'anno 2017. Si tratta di un impegno assunto dal precedente Governo, che prevede il versamento di 3 milioni di euro all'anno per il triennio 2017-2019, che per la CSU deve essere assolutamente rispettato. Questo fondo, che serve a coprire eventuali sofferenze dei fondi pensioni, ha necessità di essere rimpinguato e consolidato; pertanto la CSU chiede di eliminare anche questa inaccettabile proposta.
Il progetto di legge prevede anche una ritenuta di solidarietà, pari allo 0,50% per i dipendenti pubblici a favore del fondo ammortizzatori sociali. Ciò, non prevedendo la quota che dovrebbe pagare lo Stato come datore di lavoro per lo stesso fondo ammortizzatori sociali. La CSU ritiene che anche questo provvedimento sia del tutto fuori contesto, e che tale argomento si possa eventualmente affrontare in una trattativa specifica che riguarda il trattamento contrattuale dei lavoratori del settore pubblico. Pertanto, la CSU chiede lo stralcio anche di questa misura.
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