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Replica dì Luca Ruco (CTO San Marino) al Segretario Pedini

30 nov 2021
Replica dì Luca Ruco (CTO San Marino) al Segretario Pedini

Non era nostra intenzione innescare alcuna polemica, ma quanto si legge sui giornali a proposito delle dichiarazioni del Segretario Pedini non può rimanere senza risposta, visto che riflette, purtroppo, la poca attenzione con cui vengono lette le nostre richieste, oltre che una disarmante poca conoscenza dell’attività che svolgiamo. 

1 – la nostra è una richiesta d'aiuto che non intende essere una polemica, quindi non capiamo perché il segretario Pedini si senta attaccato, o anche solo tirato in causa, vista la poca attinenza della nostra richiesta con il dicastero del turismo che lui presiede. La nostra è una richiesta che nulla centra con il turismo, ma fatta da imprenditori che hanno creduto nel sistema paese San Marino, che hanno investito e che hanno sempre pagato le tasse, creando grande occupazione nel pieno rispetto delle regole. È stato creato dal nulla un comparto produttivo di grande valore, in grado di competere internazionalmente ai massimi livelli, con una immagine invidiata dai concorrenti della vicina Italia. Ora, mentre detti concorrenti vengono tutelati largamente, le scelte del governo stanno lasciando al suo destino questo settore. Ma a questo punto, se ciò accadesse, l’attuale classe politica dovrà prendersi la propria responsabilità, quella di aver lasciato morire una eccellenza nazionale, un intero comparto con cinquant’anni di storia, in piena salute prima della pandemia e pronto a ritornare pienamente in forma, non appena gli sarà possibile. I segnali, in questo senso, sono inequivocabili, la ripartenza ci sarà per il nostro settore, o almeno per chi ancora sarà sul mercato.

2 - La CIG è senz’altro un ammortizzatore sociale che è stato fondamentale per la tutela dei dipendenti, ma ciò che contestiamo è che nulla è stato fatto per la sopravvivenza delle aziende; una misura utilissima ad evitare infausti licenziamenti collettivi, che però diventeranno inevitabili se si manterrà l’attuale atteggiamento, rendendo sterile anche l’investimento già fatto dalle casse dello stato e dai contribuenti, tra cui ci siamo anche noi ed i nostri stessi dipendenti, intere famiglie che oggi rischiano il posto di lavoro, in mancanza di un intervento deciso.

3 – Alcune delle nostre aziende hanno perso, durante le chiusure imposte, somme ingenti, fino a svariati milioni di Euro, indicare un intervento, massimo, di 50.000 Euro, come un punto a favore delle azioni del governo la dice lunga sulle politiche messe in campo. Ma neanche quella cifra ci è stata in effetti garantita: ai 30.000,00 Euro effettivamente stanziati a fondo perduto, come ristoro per l’intero anno 2020 di blocco delle attività, si sono aggiunti sconti risibili sulla tassa di licenza ed una riduzione minima sui contributi previdenziali e sulle bollette; misure del tutto insufficienti anche solo a dare un minimo di respiro alle spese che comunque corrono, tra l’altro elargite solo il 3 giugno 2021, dopo ben quindici (15) mesi dall'inizio della pandemia!! Ora il segretario Pedini si è difeso promettendo altri € 20.000,00, un intervento annunciato nella trasmissione Viceversa, che però, dopo gli emendamenti, apportati insieme agli altri membri di governo, pare verranno riconosciuti come CREDITO DI IMPOSTA, non come ristori. Un intervento che sarebbe, oltre che misero e tardivo, a questo punto anche praticamente inutile, essendo utilizzabile solo quando la crisi sarà superata, per chi sarà sopravvissuto.

5 - Si continua a parlare di vendere San Marino come destinazione, dando ancora una volta prova di non sapere quale sia l’attività delle aziende che rappresentiamo. Le nostre sono Aziende che trattano destinazioni in tutto il mondo e che danno a San Marino, in proporzione, il giusto risalto rispetto alla richiesta che questa destinazione è in grado di generare. Tirare in ballo la destinazione San Marino è un maldestro tentativo di sviare l’attenzione dal nocciolo della questione, cercando ancora una volta di dare al nostro comparto, che andrebbe tutelato in quanto generatore di ricchezza, per lo Stato e per i suoi cittadini, grazie ai fatturati che produce e al lavoro che garantisce, una responsabilità verso le politiche di promozione territoriale; attività per cui, tra l’altro, le nostre aziende non sono in alcun modo sostenute e che quindi non capiamo per quale motivo ce ne si contesti la mancanza. Noi chiediamo di salvare un comparto produttivo, per discutere di come fare turismo e promo-commercializzazione del territorio siamo a disposizione, ma dovremo scegliere un diverso contesto. Ci permettiamo di fare una chiosa sui numeri citati dal segretario, in funzione dell’ammontare delle tasse pagate dal comparto, citazione che davvero non capiamo a cosa mirasse… il nostro comparto industriale, di questo si tratta, agisce con percentuali operative basse, trattando intermediazione di servizi, i numeri dei fatturati come dei ricavi e delle tasse corrisposte sono quelli dei bilanci pubblici, non capiamo proprio quindi cosa dovremmo spiegare a tale proposito che non sia già chiaro e trasparente. Per chiudere vorremmo fare una riflessione: invece dì ricevere aiuto e supporto siamo costretti a rispondere a quesiti e questioni qualunquiste ed insensate. Da oltre 20 mesi il nostro comparto è fermo, con fatturati calati di oltre il 90 %, perdite ben superiori ad ogni altra categoria produttiva, in funzione di blocchi e chiusure imposte dalla politica, scelte condivise e pienamente comprensibili, ma che avrebbero dovuto essere seguite da adeguati interventi a sostegno delle perdite, come avvenuto in ogni paese civile. La nostra volontà di continuare è grande, ma quando si ha a bilancio una perdita di € 300.000,00 per il 2020 ed altrettanti per il 2021, e ci si sente proporre, per affrontare la pandemia, un intervento che dovrebbe essere di sostegno pari a € 30.000,00, con in aggiunta € 20.000,00 di credito di imposta, che se va bene sconteremo tra 3 anni, sbandierati come se gli interventi fossero stati fatti a profusione, allora davvero le volontà vengono meno.

Tengo a precisare che dopo questa nostra non faremo ulteriori repliche, per non alimentare polemiche non non cerchiamo. Non facciamo politica rappresentiamo un settore d’eccellenza di San Marino, riconosciuto in Italia come in tutto il mondo del turismo. Ricordiamo che è proprio in questi momenti, di estrema e improvvida difficoltà, che si vede la forza di uno Stato, e se un’azienda, da sempre sana, è costretta a chiudere in una situazione come questa, dopo aver speso e lottato per restare in piedi, e non per propri demeriti, secondo noi che questo rappresenta un FALLIMENTO dello Stato, delle proprie politiche e delle proprie prospettive future, oltre che un danno immediato per i suoi cittadini. Le nostre aziende sono il lavoro dì una vita, se costrette a chiudere, o addirittura a fallire, lasceranno in dote allo Stato i propri dipendenti con un cuscinetto dì 18 mesi dì mobilità, prima di potersi ricollocare magari all’estero, dove troveranno un comparto mantenuto fiorente da un altro Stato. A noi imprenditori non rimarrà nulla, solo la disperazione dì dover chiudere, non per colpa nostra ma per un Uragano chiamato Covid-19 e per una assenza delle giuste politiche di sostegno che a ciò dovrebbero essere conseguenti, non per uno sbaglio imprenditoriale

Chiudiamo salutando il Segretario Pedini a cui rivolgiamo una sola domanda: la volontà politica di questo governo è quella di salvare questo comparto oppure di lasciarlo andare? Attendiamo fiduciosi la risposta sua e del Governo. Grazie della collaborazione

Cordiali Saluti /Best Regards/Saludos Cordiales/Mit Freundlichen Grüßen/ Cordialement

Luca Ruco - Resp. Press



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