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San Marino dia asilo ai 42 migranti e al Comandante Rackete, l'appello di Francesco Chiari

29 giu 2019
San Marino dia asilo ai 42 migranti e al Comandante Rackete, l'appello di Francesco Chiari

SAN MARINO DÀ ASILO AL COMANDANTE CAROLA RACKETE E ACCOGLIE I 42 MIGRANTI ALLA RICERCA DI UNA VITA MIGLIORE
Quanto sarebbe bello apprendere una simile notizia dai mass media di tutto il mondo? Ci sono moltissime motivazioni per cui ne sarei fiero ed entusiasta, ma mi limiterò ad enunciare qui le cinque più importanti: La prima, inconfutabile, è la più semplice ed umana, quindi sta nel cuore di 6 miliardi di persone e chiunque asserisca il contrario non è realista e non sa quel che dice. Ci sono 42 esseri umani che sono stati "ripescati dal mare" dopo essere fuggiti da un luogo che di umano non aveva niente, che di prospettiva non ne offriva alcuna, che di speranza era vuoto. Ebbene queste persone vanno prima di tutto salvate, nel senso letterario e non religioso del termine, poi in quel consesso di civiltà e diritti umani tanto declamati ma poco applicati nella loro elementarità, si avrà tempo per decidere se, dove e quando sia possibile offrire loro un'opportunità di vita semplicemente normale, in cui lo scopo sia ”vivere“ e non ”cercare di sopravvivere“. La seconda fa appello ad un senso di giustizia sociale e dunque dovrebbe stare nel cuore di 300 milioni di cittadini europei. All'età di 45 anni ho infatti compreso il totale fallimento sociale del capitalismo, nonostante io stesso ambisca ad essere un imprenditore, quantomeno di me stesso. Infatti, per una piccola parte di mondo cosiddetto civilizzato e benestante, il cui scopo è quello di generare una ricchezza che paradossalmente degenera nella fame atavica del superfluo, c'è un'altra parte di mondo, di gran lunga più grande della prima, che di fame conosce solo quella vera, che ti contorce le viscere, che stimola uno spirito di sopravvivenza tale da rendere un tuo fratello tuo nemico. La terza è politica, o meglio apolitica. Troppo facile fare spallucce asserendo che questi paesi dovrebbero creare le condizioni sociali ed economiche per le quali la loro gente non fugga più. Queste superpotenze dimenticano infatti che sono diventate tali anche grazie a secoli di sfruttamento di quei popoli e di quei territori, che oggi si ribellano al cancro sociale che noi "gente evoluta" abbiamo scatenato, rigurgitando in mare i propri figli. La quarta è antropologica e spirituale, d'altronde la penisola italiana e le sue isole in particolare sono le più vicine per chi fugge. È vero che Lampedusa da potenziale paradiso rischia di diventare, se non un inferno, quanto meno un bel purgatorio ed è proprio per questo che l'Europa se fosse davvero ”dei popoli“ dovrebbe lavorare come unico ente sociale anziché come ente bancario e finanziario, da cui l'Europa dei bilanci che di antropologico e umanitario non ha proprio niente. Se ci comportassimo da veri europei potremmo facilmente riportare ad antico splendore nelle piene mani dei legittimi cittadini quei posti che oggi rappresentano l'ultima spiaggia dei profughi, rendendoli anche dei veri centri d'accoglienza e di prima necessità da cui far transitare solo quelle persone meritevoli di una vera possibilità di nuova vita. Una vita normale e quindi dignitosa. La quinta ed ultima motivazione è Sammarinese! Perché quei principi di pace e democrazia che sono il fondamento della nostra Repubblica non restino solo parole di circostanza. Perché San Marino mostri la sua identità all'Europa e al Mondo e non sia più nota a noi e ignota agli altri. Perché la Repubblica più antica del mondo faccia sentire la propria ragion d'essere, insegnando che ogni Stato, a prescindere dalle proprie dimensioni, può dare contributo a quel benessere diffuso a cui tutti debbono aspirare. Perché i Sammarinesi ritrovino quello spirito di unità e sussidiarietà che ha segnato il suo momento più alto nell'accoglienza dei 100.000 sfollati italiani durante la seconda guerra mondiale. Per sentirci fieri di noi stessi e parte integrante di questa Europa dalla quale non si può fuggire perché è tutt'intorno, la quale ci deve rispettare e alla quale abbiamo certamente da insegnare a ricominciare ad essere un Europa dei Popoli che guarda anche ai bilanci ma che ha a cuore più il capitale umano che non quello finanziario. E adesso chiamatemi pazzo, ma io sono felice. E voi?

c.s. 
Francesco Chiari,
Sammarinese ed aspirante europeo dell’Europa dei Popoli


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