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La Segreteria di Stato al Lavoro si esprime sulla questione One Gallery Outlet

26 mar 2017
La Segreteria di Stato al Lavoro si esprime sulla questione One Gallery Outlet
Ci dispiace dover scendere nuovamente in una polemica lanciata inspiegabilmente dalle organizzazioni sindacali sulla vicenda One Gallery Outlet.
Non capiamo francamente l’utilità di queste continue polemiche, se non quella di prendersela a tutti i costi con la Segreteria di Stato e con il Governo per ragioni che ci sfuggono. Nonostante tutte le azioni che vengono fatte, nonostante le cose che vengono concordate, salvo poi giocare a dissociarsi, sui giornali, il giorno dopo averlo fatto. Un giochino vecchio ma purtroppo ancora utilizzato.
Giova allora ribadire ancora una volta l’azione della Segreteria di Stato ed il modo in cui si è mossa. Lo si era già fatto a più riprese, anche coi sindacati, ma tant’è.
La Segreteria ha chiesto ad inizio Febbraio 2017 alla società One Gallery Outlet un piano di sviluppo aziendale ed un piano di rientro dei debiti che, già allora, erano presenti. La società ha risposto pochi giorni dopo affermando cose non vere. Purtroppo, anche a fronte di risposte di questo tenore, la normativa all’epoca non dava alcun potere concreto di intervento alla Segreteria e al Governo.
Davanti a questa realtà, piuttosto che perdere tempo in incontri improduttivi che avrebbero configurato delle prese in giro anche delle istituzioni (come ampiamente dimostrato dai passaggi successivi), la Segreteria ha pensato di creare lo strumento normativo che mancava per intervenire concretamente di fronte a situazioni come questa: di aziende che godono di incentivi nonostante non siano in regola coi pagamenti verso lo Stato e i propri dipendenti.
Ha così posto in essere un Decreto Legge, poi diventato il Decreto 29/2017, che nella sostanza:
1. ha dato ai dipendenti la possibilità di sganciarsi da questa situazione inaccettabile, potendo accedere agli ammortizzatori sociali senza continuare a lavorare gratis: sembra una cosa scontata ma con la normativa precedente non sarebbe stato possibile;

2. ha previsto la costituzione di un Comitato Tripartito composto da sindacati, associazioni e Governo, in caso in cui vi siano, come detto, aziende che godono di incentivi ma non sono in regola con il pagamento di stipendi e contributi, e gli ha dato concreti poteri di intervento che possono arrivare fino alla revoca degli incentivi o, in certi casi, ad una sorta di amministrazione controllata.

La convocazione di questo Comitato avviene in presenza di parametri precisi, da parte del Governo o delle organizzazioni sindacali. Cosa comprensibile, visto che si tratta di un Comitato con poteri di intervento.

Il Governo, tramite la Segreteria, fin dal giorno dopo l’emissione del Decreto, ha fatto la sua parte chiedendo agli uffici riferimenti sulle esposizioni debitorie verso lo Stato delle aziende che godono di incentivi: dati che non sono ancora giunti in via definitiva e che hanno quindi impedito al Governo di convocare il Comitato. Il sindacato è perfettamente al corrente di questa situazione ma nonostante ciò preferisce polemizzare.
Sarà nostra cura, non appena giungeranno le risposte definitive, procedere alla convocazione a norma di legge.
Il sindacato, esperita la Commissione Conciliativa, quindi da oggi, ha parimenti titolo per convocare il Comitato a norma del Decreto, opportunità che prima non esisteva e che questa Segreteria ha dato alla parte sindacale.
Con questo speriamo di aver chiarito la situazione una volta per tutte, nel rispetto della verità delle cose.

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