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In tanti con la senatrice Dirindin per la libertà di scelta

22 lug 2017
In tanti con la senatrice Dirindin per la libertà di scelta
Nemmeno il caldo ha fermato il pubblico. Sono infatti state più di 220 le persone presenti al convegno promosso dal gruppo Cittadini Uniti per la Libertà di scelta, di venerdì 21 luglio. Un risultato che mostra una forte tensione nella popolazione in relazione al tema dell’obbligatorietà vaccinale.
Nella sala Agorà di via Marzabotto a Rimini, si è tenuto l’incontro con la senatrice Nerina Dirindin (Mdp – Articolo 1) sul disegno di legge “Disposizioni in materia di malattie infettive prevenibili con vaccinazioni”. Si tratta di una proposta legislativa già depositata in Senato, ma che è stata scavalcata dal decreto governativo. Partendo da una premessa che evidenza l’importanza della pratica vaccinale, questa alternativa ha due punti cardine: la libertà di scelta con la contestuale eliminazione dell’obbligatorietà e il rafforzamento della farmacovigilanza.
La senatrice non si è risparmiata nel parlare del già molto discusso decreto Lorenzin, che impone l’obbligo di 12 vaccini (ora 10 più 4 fortemente raccomandati) su bambini dai 2 mesi a poco più di un anno.
Guardando la platea ha iniziato il suo discorso sottolineando che il decreto così com’è “è un grosso errore”. È rimasta poi piacevolmente colpita dall'interesse mostrato in questi mesi sul tema, un’attivazione popolare che non si è verificata in nessuna altra delle questioni sanitarie discusse in Parlamento.
Diversi sono infatti i punti critici emersi in occasione del dibattito. Sicuramente l’aspetto cruciale riguarda proprio l’obbligatorietà. La senatrice ha sottolineato come il contesto storico sia cambiato rispetto al passato, quando le conseguenze di certe malattie erano ben evidenti. Oggi il giovane genitore affronta la decisione di vaccinare con ansia e preoccupazione e l’istituzione ha il dovere di accompagnarlo in questo percorso. Il rapporto rischi/benefici è cambiato, una condizione che impone più informazione, più trasparenza e studi indipendenti. Non si può rischiare una spaccatura sociale.
“Non ci siamo riusciti – conclude con rammarico – a fermare il ministro sull’obbligo… in parlamento ci vogliono i numeri”. L’accanimento nella difesa del decreto si sta infatti traducendo in un aumento della sfiducia nelle istituzioni che bisogna arginare, per riconquistare credibilità.

comunicato stampa

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