Memorie scritte, fotografie, immagini, e-mail, lettere, disegni, cartoline, video e musica. Queste le modalità attraverso le quali i cittadini di origine o provenienza straniera che vivono o hanno vissuto in Italia e a San Marino potranno partecipare alla terza edizione del concorso Di.M.Mi. - Diari Multimediali Migranti, riservato a racconti di vita inediti di uomini e donne di ogni età. Il bando è aperto fino al 15 giugno prossimo e sarà diviso in tre categorie: uomini, donne e giovani fino ai 21 anni. L’annuncio delle opere vincitrici avverrà in occasione del 34° Premio Pieve Saverio Tutino, in programma in settembre a Pieve Santo Stefano, in provincia Arezzo, dove attualmente l’Archivio Diaristico Nazionale conserva i 136 racconti raccolti nelle prime due edizioni, trasmessi da autori provenienti da 32 Paesi.
Di.M.Mi ha come scopo la promozione del dialogo tra cittadini di diverse origini attraverso la narrazione delle loro esperienze di vita, il rafforzamento di un fondo di raccolta e archiviazione dei diari di immigrati di prima e seconda generazione, la costruzione di una memoria collettiva che tenga conto delle diverse provenienze dei cittadini e delle cittadine.
Realizzata con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini sui temi della pace, della memoria e del dialogo interculturale, l'iniziativa è caratterizzata da un comitato scientifico nel quale sono presenti, fra gli altri, l’Archivio delle Memorie Migranti, l’Associazione Fratelli dell’Uomo e il Centro di Ricerca sull’Emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
“Questa iniziativa - spiega dall’Ateneo sammarinese Patrizia Di Luca, direttrice del Museo dell’Emigrante - è un appello a parlare e raccontare, ma anche un impegno ad ascoltare la voce di chi è arrivato nella nostra penisola con progetti, desideri e paure, portando spesso con sé un pesante carico di sofferenza. Il concorso rappresenta inoltre la scelta di ascoltare le motivazioni di un viaggio difficile, i ricordi dell’infanzia e della vita precedente alla partenza, la cultura del Paese d’origine. Nei diari dell’edizione scorsa sono state raccontate le migrazioni contemporanee dal punto di vista di chi le affronta, con ampio spazio alle modalità dei durissimi viaggi. Le testimonianze offerte ci permettono di comprendere questa realtà grazie a un punto di vista unico e di conoscere le ragioni di una scelta dolorosa che costringe a lasciare i propri affetti e la propria terra. Una scelta quasi sempre fatta per necessità o costrizione”.
Di.M.Mi ha come scopo la promozione del dialogo tra cittadini di diverse origini attraverso la narrazione delle loro esperienze di vita, il rafforzamento di un fondo di raccolta e archiviazione dei diari di immigrati di prima e seconda generazione, la costruzione di una memoria collettiva che tenga conto delle diverse provenienze dei cittadini e delle cittadine.
Realizzata con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini sui temi della pace, della memoria e del dialogo interculturale, l'iniziativa è caratterizzata da un comitato scientifico nel quale sono presenti, fra gli altri, l’Archivio delle Memorie Migranti, l’Associazione Fratelli dell’Uomo e il Centro di Ricerca sull’Emigrazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
“Questa iniziativa - spiega dall’Ateneo sammarinese Patrizia Di Luca, direttrice del Museo dell’Emigrante - è un appello a parlare e raccontare, ma anche un impegno ad ascoltare la voce di chi è arrivato nella nostra penisola con progetti, desideri e paure, portando spesso con sé un pesante carico di sofferenza. Il concorso rappresenta inoltre la scelta di ascoltare le motivazioni di un viaggio difficile, i ricordi dell’infanzia e della vita precedente alla partenza, la cultura del Paese d’origine. Nei diari dell’edizione scorsa sono state raccontate le migrazioni contemporanee dal punto di vista di chi le affronta, con ampio spazio alle modalità dei durissimi viaggi. Le testimonianze offerte ci permettono di comprendere questa realtà grazie a un punto di vista unico e di conoscere le ragioni di una scelta dolorosa che costringe a lasciare i propri affetti e la propria terra. Una scelta quasi sempre fatta per necessità o costrizione”.
Riproduzione riservata ©