La Cassa di Risparmio di Rimini ha deciso di cedere il pacchetto azionario del Credito Industriale Sammarinese e di rinunciare alla sua presenza sul Titano. Lo ha deciso l’assemblea dei soci, che ha invece varato il piano di ricapitalizzazione di Carim, con un consistente impegno di spesa. Subentrata alla Banca Antonveneta nel gennaio 2005, lo storico istituto riminese aveva rilevato il 100 per cento del pacchetto azionario, acquisendone così l’intero controllo. Un’operazione che confermava il progetto di crescita e di espansione della Carim, che investì, allora, 111 milioni di euro e che oggi decide invece di rientrare. Il Credito Industriale è una delle 4 banche storiche della Repubblica, attiva dal 1980, e vanta un patrimonio superiore ai 92 milioni di euro. 3 filiali, a Serravalle, San Marino Città e Borgo Maggiore, occupa 50 dipendenti. Non è ancora nota la richiesta economica che Carim intende proporre per la cessione della proprietà, e neppure i tempi del suo disimpegno, l’unica cosa certa, almeno al momento, è la volontà di rinunciare alla presenza sul Titano e di programmare l’uscita dalla proprietà, secondo tempi e modi che saranno indicati in seguito. Nel frattempo sembra avvicinarsi il perfezionamento della cessione della Banca Commerciale Sammarinese, ancora in stato di commissariamento e in attesa dell’annunciato passaggio di proprietà. Come noto l’operazione vede l’interesse di Banca Asset congiuntamente ad un investitore privato. Nelle scorse settimane si era dato corso ad una prima due diligence della Commerciale e oggi, stando alle indiscrezioni, le parti avrebbero trovato una convergenza sulla nomina di un advisor che possa incarnare le esigenze di acquirenti e venditori. Forse è presto, ancora, per dirlo, ma probabilmente si potrebbero profilare le condizioni per arrivare ad una stretta finale e alla chiusura di un capitolo delicato.
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