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Decreto “anti-Covid”: critiche, dalle associazioni di categoria, per la mancanza di confronto

Alcuni esponenti delle categorie economiche puntano poi il dito contro le chiusure nei weekend e festivi di centri commerciali ed esercizi commerciali medi e grandi. Attesa, intanto, per la ratifica del “decreto ristori”

20 mar 2021
Nel servizio le reazioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria
Nel servizio le reazioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria

Da una parte vi è la consapevolezza della necessità di fronteggiare in ogni modo la pandemia; dall'altra, però, vari rappresentanti delle categorie economiche – commentando il recente decreto che potenzia le misure anti-contagio - lamentano un gap di condivisione, da parte del Governo. Così, ad esempio, Pio Ugolini, che parla di norma fatta in fretta, con la possibilità che insorgano problematiche. La speranza è che tali sacrifici possano dare risultati già a fine aprile, con il progredire della campagna vaccinale, permettendo di affrontare la stagione estiva nel migliore dei modi. Il Segretario Generale di UNAS, pur apprezzando il fatto che le attività non vengano chiuse, ritiene penalizzante l'articolo riguardante la categoria dei servizi alla persona; ma “non ne facciamo una questione” – dice –, gli operatori si sono sempre mostrati collaborativi. Si chiede invece se abbia senso la chiusura nei weekend dei centri commerciali; che a San Marino – osserva – non sono luoghi di aggregazione. Ugolini evidenzia anche il rischio che in tal modo si crei “cassa integrazione inutile”.




Preoccupazioni condivise anche da altre associazioni, come USC. Sottolineate ad esempio le problematiche di alcuni operatori del settore abbigliamento con esercizi di ampia metratura, costretti a rimanere chiusi – al sabato – nel periodo pre-pasquale. In un incontro con il Governo, prima dell'uscita del precedente decreto – osserva la Presidente Marina Urbinati – avevamo ribadito come dal nostro punto di vista i contagi non avvenissero nelle attività; e questo perché sono gli operatori, in primis, ad avere la necessità di stare molto attenti: in caso di malattia, infatti, sono costretti a chiudere. Il problema degli assembramenti, ad avviso di Urbinati, si ha invece in luoghi pubblici all'aperto. Particolare la posizione di ANIS, anche perché per le industrie, nelle nuove disposizioni, vi sono soprattutto sollecitazioni al ricorso allo smart working, per limitare i contatti. Ma il decreto 52 trova le nostre aziende già pronte, afferma la Presidente Neni Rossini. Da diverso tempo – spiega – vi è massima attenzione al rispetto delle regole che ci siamo dati.

Il Presidente di Federalberghi Riccardo Vannucci parla invece di una “proposta di buon senso non accettata”: ovvero la possibilità – al momento interdetta -, per i titolari di strutture ricettive in territorio, sprovviste di ristorante, di permettere ai propri ospiti di recarsi a mangiare in alberghi sammarinesi che ne siano dotati. Per USOT il nuovo decreto – al netto delle limitazioni riguardanti i centri commerciali - “non ha cambiato molto”. Ad avviso del Presidente Luigi Sartini i contagi non sarebbero partiti dalla ristorazione; “per noi – aggiunge – il distanziamento è importante da sempre”. Il Direttore Generale di OSLA, dal canto suo, punta il dito contro la mancanza di confronto dell'Esecutivo. “Gli operatori – afferma Michele Andreini – si sono ritrovati a prendere decisioni nell'arco di poche ore”, una situazione di “caos”. Ritiene siano “discriminazioni incomprensibili” le norme riguardanti le attività nei centri commerciali; e alla luce luce di tutto ciò chiede si rimetta mano al decreto ristori, che a suo avviso si limita ad offrire “contentini ad alcuni”. Della norma, peraltro, si discuterà lunedì, in Consiglio, per la ratifica.

Nei giorni scorsi la CSdL aveva incontrato opposizioni e Governo, rinnovando le proprie critiche all'intervento; a partire dai criteri di accesso alle misure di sostegno, nei quali non si terrebbe conto delle disponibilità finanziarie e patrimoniali delle imprese, con tutte le conseguenze del caso. Ma soprattutto si è rimarcata la necessità di rivedere gli “interventi di aiuto economico per i lavoratori e le famiglie che hanno subito ingenti perdite di reddito”. Sollecitazioni che, almeno in parte, sembrerebbero essere state raccolte negli emendamenti proposti dalla Segreteria Finanze. Fra le modifiche che saranno presentate anche un intervento straordinario a sostegno delle famiglie: la proroga di 12 mesi, in favore delle persone fisiche, della sospensione del pagamento della quota capitale di mutui o altri finanziamenti bancari; a condizione che sussista una delle condizioni previste dal decreto dello scorso anno.





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