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Pensioni, provvedimenti penalizzanti in tutta Europa

26 ott 2011
Pensioni, provvedimenti penalizzanti in tutta Europa
Pensioni, provvedimenti penalizzanti in tutta Europa
Le misure sono in totale contraddizione con la disoccupazione giovanile e il problema dell’espulsione dalla produzione di lavoratori 50-55enni che non trovano ricollocazione. Il problema vero è il lavoro che manca!
È stata dedicata alle pensioni in Europa la riunione del Comitato Esecutivo della FERPA (Federazione Europea delle Persone Anziane della CES), alla quale hanno partecipato Alberto Mino (FUPS-CSdL) e Armando Stacchini (FNPS-CSdL), membri dello stesso Esecutivo. Le due giornate di lavoro dell’Esecutivo, hanno fatto emergere le condizioni drammatiche in cui si trovano milioni di pensionati europei, in particolare donne, finiti nella povertà, a causa di pensioni inadeguate.
La FERPA naturalmente respinge con forza i provvedimenti che hanno adottato e si accingono adottare i vari governi degli Stati europei sulle pensioni, che in generale riducono le condizioni di diritto dei lavoratori e dei pensionati, prevedendo tra le altre cose l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e oltre. Questa misura è in totale contraddizione e contrasto con il problema della disoccupazione giovanile e dei sempre più numerosi 50-55enni espulsi dalla produzione. La crisi economica che investe l’Europa non si risolve abbassando le condizioni pensionistiche e dello stato sociale, ma ricreando occupazione nell’economia reale che dia nuove risorse e solidità ai fondi pensionistici e ai sistemi di stato sociale.
I prossimi giorni verrà pubblicato dalla UE il libro bianco sui sistemi pensionistici in Europa, e lì vedremo quanto delle proposte della FERPA e della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) saranno state accolte. Libro bianco che conterrà proposte, direttive e raccomandazioni agli stati sulle pensioni. L’Esecutivo FERPA ha deciso di inviare un lettera ai Capi di stato e di Governo dei 27 paesi dell’UE per sottolineare la gravità delle condizioni di vita di milioni di cittadini che rischiano di vivere sotto la soglia di povertà. La situazione europea si ripercuote di fatto anche sul nostro paese, pur non essendo membro della UE.
Alla radice di questa situazione così preoccupante sul piano pensionistico, così come sul piano occupazionale e dello stato sociale, si è arrivati a causa della debolezza del potere politico degli stati, incapaci di governare la finanza e di dare centralità allo sviluppo dell’economia reale e produttiva. La crisi è anzitutto politica, alimentata in particolare dalle forze conservatrici al governo in Europa, che vogliono far pagare totalmente la crisi ai lavoratori e pensionati, sgretolando lo stato sociale più avanzato al mondo.
Altro aspetto importante affrontato dall’Esecutivo è il progetto per il 2012, che sarà “Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”, in cui saranno previste numerose iniziative.

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