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Cocaina, flagello sottovalutato. Il questore Bernabei: "È un problema sociale molto diffuso ma l'opinione pubblica è indifferente"

In un'intervista al Resto del Carlino il questore di Bologna Gianfranco Bernabei parla di un fenomeno trasversale, che non colpisce più soltanto i vip

7 set 2020
Foto @pixabay
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"È la madre di tutte le nostre battaglie". Così Gianfranco Bernabei, questore di Bologna, in un'intervista al Resto del Carlino spiega la lotta contro la droga. Con l'inchiesta di "Villa Inferno", a Bologna - dove si sarebbero tenuti festini a base di droga con il coinvolgimento di minorenni - si torna a parlare di un flagello troppo spesso trascurato. 

Non si tratta soltanto una "questione privata" perché, spiega Bernabei "gli aspetti e i risvolti sociali sono moltissimi". Per esempio le conseguenze sulla criminalità. "Dal traffico di droga, con grandi afflussi di denaro nelle casse delle organizzazioni criminali, allo spaccio di piazza, fino ai reati di consumo: scippi e furti per racimolare i soldi per le dosi, rapine nelle farmacie. Anche le aggressioni più violente sono quasi sempre strettamente connesse all'uso di droghe".

Secondo il questore, nonostante la gravità di "un problema sociale tanto diffuso", paradossalmente si registra indifferenza nell'opinione pubblica. Il che non aiuta al contrasto del triste fenomeno. Perché ci si muove quasi solamente sul fronte della repressione, mentre si fa poco per la prevenzione, "per ridurre la domanda". Sarebbe necessario, quindi, puntare di più sulle campagne di prevenzione mirate. "Altrimenti i nostri sforzi rischiano di essere vanificati dal continuo aumento della richiesta". 

Se un tempo la cocaina era considerata la droga dei vip, ora i consumo è un fenomeno trasversale. Tra le persone che ne fanno uso ci sono anche persone che "si ritengono socialmente integrate, professionisti o imprenditori estranei al circuito della criminalità di strada. La cocaina è nata come droga dei vip ma l'uso è ben più diffuso".

Preoccupante anche che l'età dei primi assuntori si sta abbassando sempre di più e gli accessi al pronto soccorso per abusi si sostanze è inquietante. 

Bernabei si dichiara "profondamente contrario" alla liberalizzazione delle droghe. "I piccoli benefici sul fronte del contrasto alla criminalità sarebbero vanificati dai danni alla salute della società civile, che rischierebbe di finire composta da persone dipendenti". 


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