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Emilia-Romagna premia il personale sanitario: altri 10 milioni di 'riconoscimento'

Bonaccini e Donini: "Mantenere alta l’attenzione e tornare ad erogare le prestazioni ordinarie”

9 lug 2020
Emilia-Romagna premia il personale sanitario: altri 10 milioni di 'riconoscimento'

L'Emilia-Romagna, dopo il primo riconoscimento erogato a maggio, torna a valorizzare i lavoratori della sanità pubblica, destinando loro altri 10 milioni di euro. Questa volta a beneficiarne sarà tutto il personale, compresi tecnici e amministrativi. Quindi, come da nuova delibera, non il solo organico sanitario, ma anche chi a vario titolo fa parte della ‘macchina’ che assiste e cura i cittadini. Cambia anche il criterio di priorità dell’assegnazione delle risorse: verranno remunerate tutte le prestazioni correlate alle particolari condizioni di lavoro dettate dall’emergenza sanitaria, e non solo quelle di lavoro straordinario.

Risorse stabilite dal decreto ‘Rilancio’ su un totale di 190 milioni di euro erogati al Sistema sanitario nazionale come ulteriore finanziamento. Regione e sindacati hanno scelto di confermare il medesimo criterio di riparto già utilizzato a maggio, che si rifà a una proporzione con il numero di lavoratori in servizio. All'Ausl Romagna spetteranno oltre due milioni e mezzo.

“Insieme al personale più in prima linea come medici, infermieri e soccorritori, è stato tutto il sistema sanitario regionale che ha affrontato in maniera coesa l’emergenza Covid, lavorando con sacrificio e disponibilità massima per difendere la salute di tutti gli emiliano-romagnoli”, affermano in una nota il presidente Bonaccini e l'assessore alla Sanità, Donini. “Abbiamo ritenuto giusto e doveroso riconoscere un premio anche ai professionisti, ai tecnici e agli amministrativi che, ognuno per le proprie competenze, - proseguono - hanno permesso alla nostra sanità di affrontare nel migliore dei modi una crisi senza precedenti, mantenendo tuttora alta l’attenzione sul virus e gestendo la fase di ritorno all’erogazione delle prestazioni e dei servizi ordinari”.


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