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Migranti al centro del Consiglio dei Ministri dopo la pausa estiva

Visti i numeri registrati negli ultimi mesi e gli attacchi delle opposizioni che definiscono fallimentare la politica del governo

24 ago 2023

I dati, ufficiali, sono impietosi: nel 2023 si sono registrati in Italia il doppio degli arrivi di immigrati irregolari rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: 105mila, a fronte dei 50mila del 2022. Troppi per un governo che aveva promesso, un anno fa in campagna elettorale, di risolvere la questione migrazione verso il Belpaese. Negli ultimi mesi invece, la rotta del Mediterraneo centrale ha subito una notevole impennata a fronte di numeri stabili, o addirittura in calo, registrati sulla rotta balcanica e su quella che passa per il Canale della Manica.

Gli arrivi, in Italia, non si fermano: negli ultimi giorni in Sicilia sono arrivate 600 persone, in 11 diversi sbarchi, che sono state poi trasferite in varie località della Penisola; ma molti sindaci e alcuni governatori, il veneto Zaia in prima linea, accusano il governo di non avere un piano, lamentando, con questi numeri, di non essere in grado di garantire alle persone le condizioni stabilite dalla legge. In attesa di raggiungere un accordo efficace con l'Unione Europea sul tema della redistribuzione dei migranti - tentativo per ora fermo vista l'opposizione dei governi sovranisti dell'Europea Centrale - Roma deve agire su più piani per trovare delle contromisure che diano risultati immediati.

Il governo italiano ha chiesto a Bruxelles la piena attuazione del memorandum che prevede un supporto alla Tunisia, 100 milioni di euro, per far fronte alla crisi migratoria, visto che il paese nordafricano è l'hub principale delle partenze dall'Africa; sul piano interno invece lunedì prossimo, nel corso del primo Consiglio dei Ministri dopo la pausa estiva, si prevede il varo di un decreto che acceleri le procedure di rimpatrio dei migranti. Dopo il Decreto Cutro si va verso una nuova stretta, accompagnata dalla strategia del sequestro delle navi di salvataggio delle ong che non rispettano le direttive del Ministero dell'Interno, tutte misure definite dalle opposizioni “fallimentari e disumane”.





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