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Pochi turisti russi in riviera: passano dalla Turchia per aggirare i blocchi

11 ago 2022
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

L'estate 2022 doveva essere quella del grande ritorno dei turisti russi sulla Riviera romagnola dopo le restrizione dovute al Covid, e invece la guerra in Ucraina ha fermato tutto, o quasi, visto che alcuni riescono ad aggirare i blocchi aerei facendo scalo nelle repubbliche baltiche o in Turchia prima di atterrare negli aeroporti dell'Emilia-Romagna. "Numeri irrisori", però, che non hanno nulla a che vedere con le presenze russe di un tempo, come spiega all'ANSA la presidente di Federalberghi Rimini Patrizia Rinaldis.

Nella sua provincia i russi hanno rappresentato la fetta più grossa del mercato straniero fino alla crisi del rublo a seguito dell'invasione della Crimea del 2014. La loro presenza è stata comunque importante fino al 2019, poi è arrivata la pandemia. Se non fosse scoppiata la guerra ucraina, l'aeroporto di Rimini avrebbe fatto partire diversi voli per la Russia. Poco prima del conflitto aveva siglato un accordo, poi saltato, con la compagnia russa Pobeda per un volo giornaliero da Mosca che da solo avrebbe garantito 100 mila passeggeri all'anno per il Fellini. La retromarcia ha costretto il gestore dello scalo a rivedere i piani e sondare nuovi mercati.

Grandi tour operator russi, come Tez tour, avevano un ufficio a Rimini ed erano convenzionati con decine di hotel, soprattutto della zona sud della città, tra le frazioni di Marina Centro e Miramare dove i cartelli in russo erano più di quelli in italiano. "Alberghi che facevano anche il 70% di fatturato annuo con i turisti russi", spiega Giosuè Salomone, presidente dell'associazione riminese Riviera sicura, conosciuta per l'accoglienza data ai rifugiati ucraini nei mesi scorsi. "Quest'anno ho avuto qualche russo nel mio hotel che ha fatto scalo ad Istanbul - prosegue l'albergatore - ma parliamo di presenze sporadiche. È un movimento del tutto occasionale".





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