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Ucraina: Zelensky non esclude colloqui con Trump, ma chiede garanzie di sicurezza

Nella prima intervista da 47esimo Presidente degli Stati Uniti il tycoon è tornato a difendere i protagonisti dei fatti del 6 gennaio a Capitol Hill

23 gen 2025

L'impressione è che ormai da qualche settimana ci si trovi in una fase per così dire pre-negoziale; con il paradossale – ma prevedibile – effetto di un'intensificazione delle operazioni militari, per ottenere carte pesanti da giocare al tavolo delle trattative. E in questa corsa contro il tempo Mosca pare in vantaggio; visto il progressivo e cruento incedere nel Donbass, con la conquista di alcuni punti chiave delle linee difensive. Pesa, del resto, il fattore numerico. Da registrare l'intervento a Davos del Segretario Generale NATO Mark Rutte, che oltre alle frasi di prammatica – circa la necessità di rafforzare il sostegno all'Ucraina –, ha fotografato con una frase la situazione: “la linea del fronte si sta muovendo nella direzione sbagliata”. Registrati peraltro nelle scorse ore strike su Zaporizhzhia, settore che pareva in stand-by.

Agitazione, intanto, a Kiev. Si indaga su un presunto traffico di armi e munizioni, con perquisizioni a tappeto. In questo quadro le ultime prese di posizione di Zelensky, che pare avere ormai abbandonato la linea dell'intransigenza; non escludendo la possibilità di colloqui diretti con Putin. Ma solo se l'attuale amministrazione a Washington fornirà all'Ucraina garanzie di sicurezza. Concetto vago; questa volta non è stata citata l'adesione all'Alleanza Atlantica. In precedenza Trump aveva minacciato nuove sanzioni e dazi alla Russia, qualora il Cremlino non intenda porre subito fine alla guerra; definita “ridicola”.

Nulla di nuovo, ha commentato freddamente il portavoce di Putin. Aggiungendo tuttavia come Mosca sia pronta ad “un dialogo paritario” con l'America, e si attendano ancora “segnali”. Uno di questi pareva essere giunto ieri proprio da Trump, che aveva sottolineato il ruolo della Russia nella vittoria della Seconda Guerra Mondiale. A tutto campo, il tycoon, in questi giorni. Nella prima intervista da 47esimo Presidente degli Stati Uniti ha pure difeso i protagonisti – poi graziati - dei fatti del 6 gennaio a Capitol Hill. “Sono stati trattati come i peggiori criminali”, ha tuonato, accusando la Commissione d'indagine.





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