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Aggregazione socialista, Giovagnoli (Psd) risponde ad Ēlego: "Per noi le porte non sono chiuse"

Intanto Alleanza Riformista prepara l'Assemblea degli aderenti, "passaggio intermedio" verso il primo Congresso

di Monica Fabbri
16 ott 2023

Nella fase finale della legislatura è naturale che la politica si guardi intorno in chiave elettorale, eppure grandi partiti come la DC sembrano meno concentrati sul gioco delle alleanze, forse perché più presi dalle cose da fare, come l'Accordo di Associazione. Se quindi da una parte si assiste ad una calma forse solo apparente, non mancano però movimenti alla luce del sole nelle forze più piccole, soprattutto in quelle di sinistra.

Una novità, ad esempio, è l'annuncio del tramonto del progetto di Aggregazione Socialista da parte di Ēlego, che accusa il Psd di "miopia politica" e attaccamento alle poltrone. “Per noi le porte non sono chiuse”, gli risponde Gerardo Giovagnoli, che respinge gli ultimatum e pensa sia invece necessario ragionare ancora. “In questo periodo – dice - c'è saturazione delle comunicazioni che non favorisce la tranquillità a livello politico”.

Se ne parlerà questa sera, durante la Segreteria, ma già escono le prime posizioni in merito, come quella del membro del Consiglio di Direzione Ilaria Bacciocchi, che chiede: “Se l'obiettivo è veramente l'unità dei socialisti, perché non considerare con serietà la possibilità di unire le forze sotto il tetto del PSD?", auspicando un socialismo "che sappia rinnovarsi e guardare avanti".

Il partito è inoltre pronto a rafforzare la sua presenza in Consiglio con l'ingresso di Milena Gasperoni in sostituzione del dimissionario Giacomo Simoncini. In corso di valutazione eventuali incompatibilità, per superarle. Nel caso, non sarà la sua prima volta in Aula: era già entrata nel 2015 per un'altra sostituzione, quella di Stefano Macina ad un anno e mezzo dalla fine della legislatura. Con il suo ingresso in parlamento il Psd avrà quindi i numeri per formare un proprio gruppo consiliare.

Restando in casa NPR, Alleanza Riformista – che con l'uscita di Simoncini perde un pezzo - guarda al primo Congresso, ormai imminente. Sabato prossimo gli aderenti si riuniranno in Assemblea, per impostare la piattaforma politico-programmatica che li porterà alla fondazione di un partito unico, “passaggio intermedio che ci pareva opportuno fare”– spiega Alessandro Mancini. “Un confronto aperto a tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo per la costruzione della nuova casa”.

Nel frattempo, sui social, c'è chi auspica un futuro governo senza la DC. Lo fa Emilio Della Balda, figura storica della sinistra, che ritiene possibile una maggioranza alternativa, formata dall'alleanza di tutte le forze del Consiglio, senza – appunto – il PDCS.





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