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Grandi manovre in Parlamento: Scelta Civica si spacca, una parte è con Verdini che guarda anche ad Alfano

18 ott 2016
Scelta Civica si spaccaGrandi manovre in Parlamento: Scelta Civica si spacca, una parte è con Verdini che guarda anche ad Alfano
Grandi manovre in Parlamento: Scelta Civica si spacca, una parte è con Verdini che guarda anche ad Alfano - L'ex leader Mario Monti ha provato ad inviare una lettera di diffida ma l'ha spuntata il vice minist...
Lo scacchiere politico in Parlamento si muove: il vecchio gruppo nato con Mario Monti si è spaccato, una parte finisce sotto l'ala di Verdini, il quale guarda anche al gruppo di Alfano.

Il vecchio leader, ed ex Presidente del Consiglio, Mario Monti, ci ha provato a diffidare chiunque dall'utilizzare nome e simbolo di Scelta Civica, inviando una lettera all'Ufficio di Presidenza della Camera riunito proprio per decidere il destino del suo ex partito. Ma il segretario, ed attuale vice ministro dell'Economia Enrico Zanetti, l'ha spuntata perché il suo nuovo gruppo si chiama “Scelta Civica verso cittadini per l'Italia - Maie”, nel quale confluiscono poi anche i deputati di Ala, quelli di Denis Verdini.
Zanetti e colleghi verdiniani non arrivano a quota 20, indispensabile per mantenere in vita la componente che si era presentata alle elezioni sotto l'insegna “Con Monti per l'Italia”.
Hanno lo stesso problema i 13 parlamentari che non hanno voluto seguire Zanetti, tra i quali Bruno Molea, deputato forlivese, che ci dice “L'operazione ci è parsa in perfetto stile vecchia politica, ed abbiamo deciso di non aderire per non tradire il mandato datoci dagli elettori a suo tempo. Ora ci chiamiamo “Civici e Innovatori”, e pensiamo possa esserci la possibilità di ricreare un vero centro, che possa richiamare elettori e, perché no, anche deputati del gruppo misto disorientati sia dalla crisi interna del Pd sia da quella del centro destra, che fatica a ritrovarsi dopo Berlusconi”.
Al centro però c'è anche il gruppo di Alfano, al quale sta guardando proprio Verdini, che, probabilmente, pensa a sua volta di ricostituire un grande centro, anche se magari più spostato verso destra.
Le grandi manovre sono dunque iniziate, e il discrimine oggi è il referendum, che definirà gli equilibri politici futuri.

Francesca Biliotti

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