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Reati contro lo Stato, Rete deposita pdl in materia

“Un testo non blindato – dice Elena Tonnini – che già registra sensibilità trasversali”

di Annamaria Sirotti
16 ott 2023
Nel video l'intervista a Alberto Spagni Reffi
Nel video l'intervista a Alberto Spagni Reffi

Obiettivo: aumentare l'efficacia preventiva e repressiva del Codice Penale per condotte che provochino danni allo Stato. Due le direzioni: da un lato, l'inasprimento delle pene - con conseguente aumento dei termini di prescrizione - per fattispecie già previste, quali l'appropriazione indebita e l'amministrazione infedele. Dall'altro, l'introduzione di nuovi reati: l'interesse privato nelle società dello Stato e il traffico di influenze, andando così a colmare eventuali lacune nel Codice Penale. Adele Tonnini spiega l'impianto del progetto di legge depositato oggi, “fondamentale – dice – per tutelare lo Stato, contrastando fenomeni e condotte sempre più diffuse”.

Principi cari a Rete e sui quali il Movimento insiste da tempo: “già oggetto di deleghe approvate dalla maggioranza e mai attuate – evidenzia Alberto Spagni Reffi - riproposti nell'ultimo assestamento di bilancio, come emendamenti, tutti bocciati; e nonostante ce lo chiedano il Greco e la stessa Convenzione di Strasburgo, sottoscritta nel 2016". "Ma noi onestamente siamo abbastanza basiti. Primo, perché alcuni di questi provvedimenti derivano anche da convenzioni che San Marino ha ratificato. In secundis, perché comunque non abbiamo mai trovato, in realtà, delle vere motivazioni di carattere tecnico quanto meno, ma più di paura. Nulla cambia rispetto all'impostazione codicistica che già ha il nostro Codice; alcune aggravanti specifiche per i reati nello Stato sono già previste, come per la truffa; sono state inserite tantissime condotte corruttive.. non capiamo perché non inserire queste sussidiarie, nei casi di intermediazioni”.

“Una proposta nel solco delle iniziative di Rete, per dare concretezza ai nostri principi – spiega Elena Tonnini – in questo caso quello della legalità” e allarga il concetto di “tutela dello Stato, che vuol dire tutela della collettività”. Del progetto di legge evidenzia soprattutto la natura preventiva e la funzione deterrente, guardando in particolare al traffico di influenze: “Forti della storia – dice - perché non si ripeta”, citando il coinvolgimento dell'ex ad di Banca Cis Guidi nell'inchiesta 'mascherine cinesi' o di Confuorti nel cosiddetto 'Caso Titoli' - 

“E' chiaro che noi comunque rispettiamo quelle che sono le regole penalistiche vigenti nell'ordinamento – spiega ancora Spagni Reffi - quindi, la riserva di legge, il divieto di retroattività della legge penale, E' evidente che ciò che è già successo, non potrà essere punito con nuove fattispecie o con aggravanti. Sicuramente, dovrà fungere da monito e se vediamo che magari ci sono stati dei vulnus, delle mancanze a livello normativo, è necessario che come politica dotiamo il nostro Tribunale di tutti gli strumenti necessari e possibili per andare a contrastarle, prima, a prevenire; ma dall'altra, poi, a curare necessariamente, quando certi fatti avvengono”.

“Un testo non blindato – conclude Elena Tonnini – che già registra sensibilità trasversali”, nell'auspicio venga avviato quanto prima all'iter consiliare.

Nel video l'intervista a Alberto Spagni Reffi





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