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Rete. Consulenze alle Segreterie di Stato: la storia infinita

22 gen 2014
Rete. Consulenze alle Segreterie di Stato: la storia infinita
Rete. Consulenze alle Segreterie di Stato: la storia infinita
Coerente fino in fondo con il suo metodo “tutto fumo, niente arrosto” la maggioranza dimostra ancora una volta che quando si arriva al punto di mettere in pratica un reale cambiamento del sistema, l’attaccamento al proprio orticello prevale sull’interesse del paese. E’ accaduto di nuovo nel corso dell’ultima Commissione Finanze (in cui RETE è rappresentata da Roberto Ciavatta), in cui si è parlato delle famigerate Consulenze, che i Segretari di Stato elargiscono a destra e manca senza curarsi minimamente dei risultati e neppure della trasparenza visto che tutti i contratti con i consulenti non vengono mai resi pubblici. Loro spendono, noi paghiamo. E guai a chiedere informazioni.
RETE ha presentato un Ordine del Giorno per impegnare il Governo a effettuare un dibattito, all’interno del Consiglio Grande e Generale, relativo all'utilizzo dello strumento delle consulenze, dei contratti di collaborazione ecc. Questo dibattito, secondo la proposta del nostro Movimento, avrebbe dovuto essere teso all'approvazione di un atto istituzionale in grado di rafforzare i principi e il rispetto dell’art. 73 della Legge 168/2009 che dispone che ““Il Congresso di Stato e? tenuto a conferire incarichi di consulenza e collaborazione solo a consulenti di comprovata specializzazione e qualora non si tratti di attività? che l’Amministrazione debba o sia in grado di svolgere, anche utilizzando le elaborazioni e i contributi per i quali siano state assegnate precedenti consulenze”.
Il nostro scopo, evidentemente, era quello di realizzare un risparmio significativo in termini di investimento di capitale pubblico e di piena responsabilizzazione e patrimonializzazione delle professionalità già in capo alla Pubblica Amministrazione allargata.
La nostra proposta è nata a seguito dell’interpellanza relativa all’incarico a Vincent Cecchetti a cui lo Stato nel 2013 ha pagato 40.000,00 Euro per una consulenza relativa alla riforma fiscale. Interpellanza a cui (toh?) il Segretario Felici risponde senza neppure tenere conto delle domande. Addirittura, riuscendo ad affermare che la specializzazione di Cecchetti è comprovata dalle tante consulenze che gli sono state date in passato, che solo dal 2005 a oggi hanno comportato un esborso in suo favore di quasi 111.000 euro. Sono stati ben spesi? Non avremmo potuto spendere di meno per le stesse consulenze? Logicamente finché tutto sarà così poco trasparente non è dato saperlo, e proprio per evitare che continui ad insinuarsi il dubbio abbiamo presentato il nostro ordine del giorno.

E’ lampante come il fatto di aver ricevuto molti incarichi non possa essere la comprova di una specializzazione, specialmente in un paese come San Marino dove nomine e incarichi sono state per decenni assegnati in maniera discrezionale senza alcun criterio, senza bandi e senza un minimo di trasparenza.
Eppure questo il Segretario Felici dovrebbe saperlo bene, visto che fino a poco tempo fa, nella sua veste di Consigliere presentava –insieme ai suoi colleghi del PSD- interpellanze e mozioni proprio per denunciare l’esistenza di “incarichi a professionisti senza grandi riscontri rispetto alle importanti voci di spesa e gli emolumenti anche a qualche consigliere, non si sa a quale titolo”. Proprio il PSD stigmatizzava come il governo chiedesse sacrifici senza dare il buon esempio: “I primi tagli sono riservati unicamente ai lavoratori dipendenti, mentre è nell’interesse di tutti verificare le spese” diceva il PSD 3 anni fa. Era proprio il PSD a contestare la spesa di oltre 300.000,00 euro a Piergiorgio Valente nel 2010, ma perché allora il Governo nel 2013 gli ha confermato nuovamente l’incarico?
Le spese della politica di cui spesso ci lamentiamo sono soprattutto queste, quelle indirette, dovute a consulenze, incarichi, nomine, progetti, regolamenti ecc.
Questa pratica costa annualmente una marea di soldi (a breve pubblicheremo un resoconto con ogni delibera di spesa di questo tipo nel corso del 2013) che va assolutamente arginata!
Non c'è dubbio che questa pratica potrebbe scoprirsi essere una delle maggiori forme di mantenimento del consenso elettorale, che garantisce a chi sta vicino ad una forza politica (o a tutte quelle in odor di governo, molto più spesso) una qualche forma di sostentamento.
Senza volerci accanire sulla questione relativa alla consulenza al dott. Vincent Cecchetti (la quale ci è servita come spunto) ad esempio, siamo certi che nessuno all'interno dell'Ufficio Tributario fosse in grado, essendo già stipendiato, di trovare formule magari anche più facilmente applicabili per la realizzazione di una nuova fiscalità?
E se il governo è certo che il professionista pincopallino sia la persona giusta e più titolata per un incarico, che timore ha a rendere trasparente la nomina, magari attraverso un bando? Il migliore, in questo caso pincopallino, otterrebbe ugualmente l'incarico, ma finalmente in modo trasparente e non sottoposto a insinuazioni.
E’ alla luce di queste considerazioni che abbiamo presentato il nostro ordine del giorno, per obbligare le Segreterie di Stato a fare un interpello interno alla PA in ogni occasione in cui creda necessario avvalersi di tecnici per la stesura di norme. In totale rispetto e valorizzazione dell'art.73 della L.168/2009 si deve evitare in ogni modo di spendere danari pubblici per consulenze non trasparenti che si potrebbero fronteggiare attingendo alle professionalità presenti nella PA. E nel caso quelle professionalità non siano presenti, allora potrebbe attingere a consulenze private ma sempre in maniera trasparente, al migliore offerente e al professionista più titolato.
Sarebbe stata un’occasione da non perdere per la Maggioranza, anche per recuperare la credibilità che ha perduto. E la maggioranza cos’ha fatto? Naturalmente, l’ha respinta.

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