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Sondaggio AP: non piace il governo straordinario

19 mag 2005
Sondaggio AP: non piace il governo straordinario
I cittadini bocciano il governo straordinario. Lo afferma Alleanza Popolare sulla base del risultato di un sondaggio commissionato alla SWG di Trieste, società specializzata in indagini di mercato e di opinione. 603 soggetti intervistati, dal 6 al 19 dicembre 2004, ai quali sono state rivolte domande specifiche sull’operato dell’esecutivo. Il risultato - rilevano i dirigenti di AP - è una sonora bocciatura. 'Soprattutto – sottolinea il coordinatore, Roberto Giorgetti, se la si raffronta alla forte rappresentatività della maggioranza, che conta, complessivamente, 48 consiglieri su 60'. 'Da questi numeri – gli fa eco il Capogruppo, Tito Masi – emerge che il 45% dell’elettorato dei due partiti della coalizione non condivide l’operato della maggioranza. Sono dati che meritano delle risposte, il governo non può fare finta di niente'.
Ma vediamoli nello specifico questi numeri. Secondo il sondaggio della SWG, commissionato da Alleanza Popolare, gli intervistati hanno riservato al Governo un voto da 1 a 4 nel 24,2% dei casi, fino a 5 il 24%, la sufficienza il 27,5%, un voto di approvazione, da 7 a 10, il 19,1 per cento, mentre il 5,4% ha dichiarato di non sapere. Voto medio - affermano i ricercatori- 5,2. Più nello specifico è una media del 5,6 sulla politica estera, del 5,4 sulla politica per la famiglia, del 5,3 sulle riforme istituzionali, del 5 sul rilancio dell’economia, del 4,8 sulla questione morale, del 4,6 sugli interventi per la crisi del turismo e del commercio, stesso voto per il risanamento dei conti pubblici mentre la salvaguardia del territorio si becca un 4,4. Anche se su due dei punti in questione, politica estera e politica per la famiglia, il voto positivo complessivo è superiore al 40 per cento degli intervistati. Di qui le proposte di Alleanza Popolare, che invita la maggioranza a trarne le conclusioni, a sciogliere il Consiglio Grande e Generale entro il mese di giugno per convocare le elezioni anticipate entro settembre dopo aver però approvato, sempre entro giugno, una nuova legge elettorale, che valorizzi il voto dei cittadini e riconosca agli elettori la possibilità di scegliere da chi essere governati.

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