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Cesena spettacolo, 4-0 alla Fermana

Al Manuzzi non c'è storia, i bianconeri restano nel terzetto in fuga dilagando con la doppietta di Bortolussi e le reti di Mulè e Caturano.

22 nov 2021
Cesena spettacolo, 4-0 alla Fermana

Al Manuzzi ci sono una squadra in lotta per la B diretta e un'altra da zona playout e tutto va secondo pronostico. Netta e inesorabile la vittoria del Cesena che col 4-0 sulla Fermana si mantiene nel terzetto di fuggitive – a -3 dalla capolista Reggiana e -1 dal Modena – e prosegue nei suoi filotti: sono 9 partite senza sconfitta e 5 senza gol incassati, per una retroguardia che, con 5 reti subite in 15 turni, in media viene infilata una volta ogni tre gare.

Con la Fermana l'andazzo si capisce fin da subito e già nei 5' iniziali Ginestra è costretto al doppio miracolo sulle conclusioni ravvicinate di Steffè – liberato dallo scambio tra Bortolussi e Ilari – e di Caturano, servito da Candela. Per il vantaggio cesenate comunque basta attendere il 15°: cross di Favale da sinistra, Bortolussi si fionda in anticipo su Scrosta e tocca al volo, battendo Ginestra sul suo palo. Il traversone di Rodio per l'incornata fuori misura di Cognigni è l'unico – quasi – raggio marchigiano nell'infuriare bianconero: combinazione Steffè-Candela a smarcare Pierini, girata di destro e palla sul palo.




Così per il raddoppio si deve attendere l'avvio di ripresa: Caturano di prima intenzione in area, dove un rimpallo trova Mulè in solitudine e stavolta non si può proprio sbagliare. Il tutto nato da una punizione di Ilari, che sempre da piazzato pesca il colpo di testa alto di Caturano. Una delle tante occasioni per un Cesena che potrebbe dilagare con Pierini – il cui rasoterra esce di poco – e con l'assist di Bortolussi non capitalizzato da Zecca.

Eppure, nel finale, basteranno 2' e mezzo per l'allungo da poker. Comincia Bortolussi, che sul rinvio di Nardi si trova una prateria per il contropiede, va via a Scrosta, salta anche Ginestra e deposita la doppietta: è il suo 7° gol in campionato, meglio ha fatto solo il capocannoniere Magnaghi, a quota 11. Il sigillo finale invece è di Caturano: Alagna se lo perde sull'imbeccata di Ardizzone e lui non perdona, completando l'opera con uno scavetto in piena tranquillità.





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