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18 agosto 1969: Jimi Hendrix chiude il festival di Woodstock

18 ago 2017
Jimi Hendrix
Jimi Hendrix
Più passa il tempo e più il festival di Woodstock diventa un'icona. Anche perché la sua musica e la sua filosofia continuano a far breccia nei cuori delle nuove generazioni. Woodstock non è stato infatti solo una manifestazione di “pace e musica”. È stato un evento unico, irripetibile, addirittura casuale.

Per tre giorni – tra il 15 e il 18 agosto 1969 – a Woodstock mezzo milione di persone, ma il numero preciso non è mai stato stabilito (ma servirebbe?) hanno vissuto libere, senza regole e divieti. Forse è questa la vera rivoluzione. Tre giorni in cui tutto è stato possibile. L'incredibile (un modo di pace e libertà) è diventato realtà.

Woodstock è stato il punto più alto di un percorso iniziato all’alba degli anni Sessanta, tra la nomina di Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti, la nascita dei Beatles e dei Beach Boys, l’arrivo di Dylan a New York, i primi movimenti studenteschi a Berkeley, l’avvento del beat, la presa di coscienza da parte di una intera generazione di giovani che aveva iniziato a immaginare una vita diversa. E in quei tre giorni, in quel determinato luogo, i sogni si sono concretizzati.

L'evento non poteva che finire con Jimi Hendrix che aveva insistito per essere l'ultimo ad esibirsi al festival. La sua performance era stata prevista per la mezzanotte, ma non salì sul palco fino alle nove del mattino di lunedì. La maggior parte degli spettatori aveva dovuto lasciare l'area e tornare alla routine dei giorni feriali, così che solo in quasi 200.000 ascoltarono la sua chitarra, in una esibizione che superò le due ore, la più lunga nella sua carriera.

FM

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