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22 luglio 1968, a Cervia muore Giovannino Guareschi

22 lug 2017
Giovannino Guareschi
Giovannino Guareschi
Giovannino Guareschi, l'ideatore di Peppone e Don Camillo, è stato uno dei più importanti intellettuali civili italiani del Novecento. Nato il primo giorno di maggio del 1908 a Fontanelle di Roccabianca (nel parmense) inizia giovanissimo a fare il giornalista nella città emiliana, ma presto emigra a Milano, dove si mette a scrivere per la rivista umoristica dell'epoca, il "Bertoldo" non curandosi affatto delle possibili reazioni del regime fascista allora dominante in Italia. Gli effetti si fanno invece sentire: lo scrittore nel 1943 viene deportato in Germania e poi in Polonia. Dopo due anni di Lager torna in Italia e fonda "Il Candido", un altro settimanale di satira.

La celebrità cresce quando dà vita, con "Mondo Piccolo", alla saga di Don Camillo e Peppone, figure contrapposte di due tipiche anime dell'Italia post bellica. Don Camillo, infatti, rappresenta la figura dell'antifascista furbo e rispettoso dello "status quo", mentre Peppone è un sindaco comunista ortodosso, petulante, ma sostanzialmente buono. Dai romanzi che vedono protagonisti i due personaggi sono stati tratti in seguito anche numerosi film.

A fronte del grande successo popolare, la critica e gli intellettuali tendono comunque a snobbarlo, a causa di una certa patina di ingenuità un po' "naif" che pervade i suoi scritti. Molti tra i suoi più toccanti racconti sono in realtà trasposizioni di fatti reali. Più tardi, per fortuna, è ampiamente "sdoganato": la rivista "Life" riconosce il suo fondamentale contributo, e lo definisce come "il più abile ed efficace propagandista anticomunista in Europa", mentre Indro Montanelli ha più volte elogiato l'uomo e l'amico, fino ad affermare: "C'è un Guareschi politico cui si deve la salvezza dell'Italia”. Muore a Cervia il 22 luglio 1968 dopo aver passato gli ultimi anni di attività dietro le quinte e po' dimenticato da lettori e critica.

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