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Le autorità inglesi bloccano all'aeroporto un sammarinese e lo rispediscono a casa

22 feb 2012
Le autorità inglesi bloccano all'aeroporto un sammarinese e lo rispediscono a casa
Le autorità inglesi bloccano all'aeroporto un sammarinese e lo rispediscono a casa
Londra non è riuscita a vederla, se non dal finestrino dell’aereo durante l’atterraggio. Trattato come un clandestino, accusato di immigrazione illegale, bloccato in aeroporto per ore, e alla fine rimpatriato senza tanti complimenti. La brutta disavventura è accaduta ad un giovane sammarinese. Insieme ad un amico aveva programmato di seguire un corso di lingue in una scuola qualificata. Un’esperienza preparata con cura, rivolgendosi anche ad un’agenzia specializzata in soggiorni culturali all’estero. Avevano trovato alloggio in un appartamento del centro,organizzato tutti i dettagli. Teoricamente tutto a posto. Ma arrivati al varco doganale di Londra, l’amara sorpresa. L’amico, con passaporto italiano, passa subito i controlli e lo aspetta pochi metri più in là. Lui, con passaporto sammarinese, viene indirizzato alla corsia per i cittadini Extra UE. E qui comincia la sua disavventura. Le autorità gli negano l’ingresso in Inghilterra. Ritengono si rechi a Londra per lavorare, lo considerano alla stregua di un clandestino e come tale lo trattano. Lo sottopongono ad un interrogatorio, lui risponde con serenità. Non ha nulla da nascondere. A Londra ci va per studiare e se l’occasione gli fornisse l’occasione di trovare un lavoro per mantenersi, certo non lo disdegnerebbe. Ma gli agenti di frontiera sono irremovibili. Il fatto che abbia solo il biglietto di andata li insospettisce ulteriormente, le regole per l’immigrazione son molto severe e lo tengono bloccato in Aeroporto. Gli sequestrano il passaporto, il telefonino, i bagagli. Gli concedono solo una telefonata a casa, da un apparecchio di servizio. L’amico non può fermarsi, deve uscire dall’aeroporto, e lui resta solo. E’ giustamente arrabbiato. Non è un clandestino e non accetta di essere trattato come tale. I suoi chiamano la Segreteria degli Esteri, i funzionari si mettono in moto, ma lui viene rimpatriato. Caricato su un aereo diretto a Roma. E tanti saluti a Londra.
Da Palazzo Begni fanno sapere di seguire il caso con attenzione. “E’ la prima volta che accade – ci spiega il Segretario di Stato – ogni anno centinaia di ragazzi vanno a Londra per studiare inglese e mai era capitata una cosa simile. Siamo facendo tutti gli accertamenti – aggiunge – abbiamo bisogno di capire, con certezza, che cosa sia accaduto e le ragioni di un tale atteggiamento”. Il ragazzo sta rientrando a casa e sarà lui stesso a chiarire tutti i passaggi di questa brutta disavventura.

Sergio Barducci

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