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Filtro antiparticolato, con le nuove revisioni potrebbe essere più difficile eluderlo

Verifiche tecniche più severe per le revisioni delle auto dal 2024, con l’introduzione di uno Scantool. Potrebbe rilevare il "taglio" del FAP

di Filippo Mariotti
11 mar 2024
Foto: federispettori
Foto: federispettori

Da tempo ormai in tutte le auto diesel esiste il filtro anti particolato (FAP). Si tratta di uno strumento, installato nell’impianto di scarico, che limita l’emissione delle polveri sottili e riduce quindi l’inquinamento. Un dispositivo che però, soprattutto per chi percorre pochi chilometri e non viaggia a velocità sostenute e costanti, negli anni può portare problemi, intasandosi. L’utilizzo sporadico del veicolo e per brevi tratti è la principale causa dei guasti, secondo i meccanici. Da qui la richiesta a officine compiacenti di inibirlo o “tagliarlo”. Spesso sono invece le stesse concessionarie di auto usate a proporre questa manomissione, in modo che il cliente non si trovi dopo qualche tempo con una spia accesa.

Ma poi, in fase di revisione dell'auto, cosa succede? Purtroppo – pare – niente, almeno a oggi, a meno che la manomissione non sia visibile a occhio nudo quando l'operatore controlla il sottoscocca, alzando l'auto sul ponte. Potrebbe però cambiare qualcosa dall'introduzione, a partire dal 24 febbraio 2024, del nuovo apparecchio Scantool, un dispositivo che si collega alla porta OBD del mezzo, quindi alla centralina, per rilevare eventuali irregolarità. A dir la verità non è ancora certo se il nuovo sistema riuscirà ad accorgersi del “taglio” del filtro anti particolato; attualmente pochi centri di revisioni lo hanno in uso, visto che possono attendere la scadenza di validità delle attrezzature prima di passare al nuovo sistema. Ma, stando a Federispettori, il sindacato degli ispettori tecnici addetti alla revisione, si può rilevare una eventuale manomissione sia dai livelli di opacità, sia dalla presenza o meno della spia di controllo sul cruscotto del veicolo. Quasi tutti i veicoli con manomissione, anche se non visibile dalla carcassa di scarico, non hanno più la presenza della spia corrispondente a bordo del veicolo. Il nuovo controllo OBD rileverà automaticamente gli errori memorizzati nella centralina motore, fornendo un resoconto immediato delle anomalie riscontrate.

L'inibizione del FAP rimane però – è bene sottolinearlo – una manomissione grave del veicolo, con tutto ciò che comporta in termini di sanzioni e ritiro del libretto di circolazione, oltre che a livello ambientale.

Federispettori mette quindi in guardia tutti coloro che cercano di “fregare il sistema”. Fra le decine di controlli che compongono la revisione, ricorda che i veicoli con spie accese non possono superarla con esito positivo e le probabilità di averla accesa a seguito della rimozione del “dispositivo di post-trattamento”, il FAP appunto, sono alte. E ammonisce: “Diffidate della garanzia “nessuna spia accesa” promessa spesso da chi effettua questi lavori. Sicuramente con il tempo ne compariranno alcune a causa dei valori alterati nella centralina manomessa e in pochi saranno capaci di capirne”.





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