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La GdF sequestra a Parma i tesori di Calisto Tanzi

5 dic 2009
La GdF sequestra a Parma i tesori di Calisto Tanzi
Van Gogh, Picasso, Monet, Modigliani e un autoritratto di Ligabue. Sono alcuni dei pezzi d'arte di proprietà di Calisto Tanzi, sequestrati a Parma dalla Guardia di Finanza. Soltanto una settimana fa, interrogato in tribunale l'ex patron della Parmalat - già condannato a 10 anni dai giudici di Milano per aggiotaggio e ora sotto processo a Parma per bancarotta, truffa e falso in bilancio - aveva negato di possedere un simile patrimonio. Non c'è un euro in giro per il mondo, nascosto in conti esteri intestati a Tanzi, aveva dichiarato. Il tesoro è stato ritrovato nelle cantine e nelle soffitte di tre appartamenti: era in possesso di familiari del cavaliere. Una scoperta giunta in tempo utile per un soffio. I quadri erano già sul mercato: l'intervento della Procura ha impedito che fossero venduti. Per un dipinto di Monet c'era l'offerta di un magnate russo che aveva messo sul tavolo 10 milioni di euro. Ma il valore complessivo del tesoro supera i 100 milioni. Una storia, quella del fallimento Parmalat, che ora - con l'azienda risanata e di nuovo quotata in Borsa - sembra lontana, ma solo a chi non ne è rimasto scottato. Sono passati quasi sei anni, era il 17 dicembre 2003 quando fu evidente che i 4 miliardi di liquidità dichiarati dal gruppo non esistevano, ma soprattutto che i bilanci erano falsi, il debito aveva toccato la cifra record di 14 miliardi di euro, finiti in buona parte nelle tasche di tanti risparmiatori sotto forma di obbligazioni. E tra loro c’erano anche molti sammarinesi.

Sonia Tura

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