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Giornata Internazionale: dalla Reggenza i numeri della violenza. Crescono i casi con minori

Relazione annuale dell'Authority pari opportunità sui casi a San Marino. Alle donne, "Non siete sole". Reggenza: "Il cambiamento culturale è la vera evoluzione delle nostre società"

di Monica Fabbri
25 nov 2022
Le interviste e Gloria Valentini, Anna Maria Bugli e Roberto Ciavatta
Le interviste e Gloria Valentini, Anna Maria Bugli e Roberto Ciavatta

La violenza di genere assume mille forme e non si limita alla violenza fisica. C'è una violenza velata, occulta, che a volte fa più male: l'aggressione morale, l'umiliazione, la vessazione psicologica ed economica. Lo rimarca l'Authority Pari Opportunità, lo ribadisce la Reggenza. I dati raccolti dal primo gennaio al 7 novembre fotografano una leggera flessione rispetto all'anno scorso. Ma altri casi potrebbero essere nell'ombra; non tutte le donne, infatti, denunciano.
Per quanto riguarda il civile risultano iscritti 20 nuovi fascicoli: il 37% delle violenze sono fisiche, il 44% fisico-psicologiche. Il 44% delle vittime sono sammarinesi tra i 30 e i 49 anni mentre il maltrattante risulta ancora una volta all'interno della cerchia familiare: nel 37% dei casi il coniuge, nel 25% il partner.

Fronte penale, 18 i procedimenti aperti al 31 ottobre: riguardano soprattutto percosse, minacce e atti persecutori. Ben 28 le vittime, di cui 3 minorenni. Per il 62% cittadini sammarinesi, per il 31% di età tra i 18 e i 29 anni, e per il 25% tra i 40 e i 49 anni. Dei 22 indagati il 52% è di cittadinanza sammarinese. Al 7 novembre risultano emesse 9 sentenze.
Ma ad allarmare sono i casi di violenza che coinvolgono minori. Le segnalazioni – si legge nella relazione - sono esponenzialmente aumentate: nel 2021 erano 19, nel 2022 sono passate a 30. Negli ultimi due anni, dei 49 casi segnalati, ben 28 riguardano violenza assistita. Le fasce di età maggiormente colpite sono la prima infanzia - con 10 casi tra i 5-9 anni, e altri 10 tra i 10-14 anni.

Il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta rimarca il clima di assoluta collaborazione con l'Authority e l'impegno ad accelerare su leggi e modifiche per agevolarne il lavoro, come l'accesso diretto ai fondi per la formazione. Senza dimenticare gli interventi per dare concretezza alla Convenzione di Istanbul.

Molto apprezzato l'intervento della Reggenza, che guarda a tutte le vittime di soprusi, in molte realtà compiuti e accettati in quanto retaggio di una cultura ancestrale, ma anche perpetrati in contesti apparentemente evoluti e di emancipazione, dove le donne sono portate a tollerare vessazioni pur di raggiungere successi. Non bastano le campagne di informazione e sensibilizzazione, né la presenza di reti di sostegno e protezione. A buone leggi e buone pratiche – afferma – serve affiancare un progressivo cambiamento di mentalità, attenzione e responsabilità. Occorre chiedere la collaborazione di tutti i cittadini, sin dai più piccoli. Il cambiamento culturale – afferma – è la vera evoluzione delle nostre società, verso una cultura del rispetto, processo virtuoso in cui è fondamentale il contributo degli uomini. Pandemia e crisi economica hanno spesso indotto le vittime a fare passi indietro e a non denunciare. E' importante – dice la Reggenza – che si sentano protette e sostenute. “Non siete sole” - assicura l'Authority.

Le interviste e Gloria Valentini e Anna Maria Bugli, dell'Authority Pari Opportunità e al Segretario di Stato alla Sanità, Roberto Ciavatta





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