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Impazza la protesta per gli scarichi fognari sammarinesi

21 gen 2009
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Una mappatura della rete fognaria della Repubblica? Non è mai stata eseguita. I finanziamenti milionari dell’Unione Europea dati dieci anni fa per sdoppiare la rete e consentire la divisione delle acque nere da quelle bianche?
Mai utilizzati a tal scopo, con la conseguenza che la divisione è rimasta un’utopia. Per quanto riguarda gli scarichi fognari, San Marino è evidentemente in difetto.
E non c’è da stupirsi che, a scadenze fisse, la polemica torni ad infuriare. Complice anche le condizioni meteo che non hanno aiutato: tra piogge abbondanti e la neve che inizia a sciogliersi, gli scarichi sono diventati sempre più copiosi. L’associazione micologica ha puntato il dito contro chi i problemi non li ha risolti, e in giunta regionale il consigliere Gioenzo Renzi, di Alleanza nazionale, ha presentato una interrogazione in merito ai reflui fognari sammarinesi, scrivendo tra l’altro che, a suo dire, la Repubblica dovrebbe avere un proprio impianto di depurazione.
Il Titano si serve degli impianti di Hera, in tre punti specifici: sul fiume Ausa, sul fiume San Marino e sul fiume Marano, l’ultimo nato.
Avere un impianto di depurazione sarebbe già un grosso passo avanti, così come sdoppiare la rete: la gestione da un paio d’anni è passata dall’Azienda di Produzione all’Azienda dei Servizi, che nel 2009 tenterà una mappatura di una prima vallata.
Si tratta di interventi costosi e lunghi, ma se mai si inizia mai si risolverà il problema.

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