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L’ISS spinge sulla campagna vaccinale. Variante Omicron al 60% sul Titano

Obiettivo: salvaguardare la struttura ospedaliera. Nella relazione della Segreteria Sanità letta in Aula, anche l’analisi sulla capacità di protezione del vaccino da contagi e ricoveri, con scenari e probabilità di rischio per vaccinati e non vaccinati

di Annamaria Sirotti
23 gen 2022

Mentre la variante Omicron si attesta come ormai predominante in territorio, riscontrata nel 60% dei campioni inviati ad analizzare, l’ISS spinge sulla campagna di immunizzazione. Una accelerazione necessaria alla luce dei dati, resi nella relazione della Segreteria alla Sanità, con l’obiettivo di “ricostituire le difese rispetto al contagio, ai ricoveri e alle terapie intensive che – si legge – si registrano in particolare proprio tra i non vaccinati e i vaccinati da oltre 5 mesi”.

Dalla Sanità anche proiezioni, prefigurando il carico sull’Ospedale in base a due differenti scenari - puramente teorici - prendendo a riferimento il periodo che va dal 6 dicembre all’11 gennaio. Se nessuno fosse stato vaccinato, le ospedalizzazioni sarebbero state almeno il doppio rispetto alla situazione attuale: 170 isolamenti, invece di 82; 46 terapie intensive invece delle 17 reali (e in questo caso la struttura ospedaliera non avrebbe retto); 14 decessi, rispetto ai 9 registrati. Se, invece, tutta la popolazione fosse stata vaccinata con booster, il peso sull’Ospedale sarebbe stato sensibilmente inferiore: 24 isolamenti (sempre rispetto agli 82 reali); 3 terapie intensive invece di 17; 3 decessi invece di 9.




Scenari solo ipotetici, specifica la relazione, che dedica una analisi anche alla capacità di protezione dei vaccini rispetto a contagi e ricoveri. Con le due dosi, dopo i 6 mesi la percentuale di contagi è solo lievemente inferiore rispetto all’incidenza sui non vaccinati, mentre con il booster ci si contagia 5 volte meno. Molto valida la protezione contro il ricovero in isolamento: il non vaccinato ha una probabilità 7 volte più alta rispetto a un vaccinato con booster. Protezione ancor più marcata per le terapie intensive: il rischio per il non vaccinato è 17 volte più alto rispetto a chi ha il richiamo; è il + 1700%.

Spinta alla vaccinazione, si diceva, per ridurre la pressione sulla struttura ospedaliera, indicando anche gli obiettivi temporali: entro fine gennaio, si ritiene di poter effettuare tutte le somministrazioni booster. Arrivate la scorsa settimana nuove dosi Pfizer: 9360 per gli adulti; 6000 pediatriche, per la campagna rivolta ai 5-11enni, avviata giovedì scorso. Entro la metà di febbraio, attese altre 10mila dosi.

Leggi la relazione della Segreteria alla Sanità





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