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Il leader del sindacato birmano a San Marino

25 mag 2009
In visita a San Marino Maung Maung, leader del sindacato Birmano, da 13 anni in esilio poiché accusato di terrorismo dalla giunta militare. Nell’occasione ha incontrato la Segreteria CDLS e il Segretario agli Esteri, Mularoni. Azioni diplomatiche concrete contro il lavoro forzato in Birmania e per la causa di Aung San Suu Kyi Premio Nobel per la Pace e simbolo della resistenza non violenta. Questi gli obiettivi della visita a San Marino di Maung Maung. Il segretario del sindacato birmano, da 13 anni in esilio, ha portato a conoscenza della segreteria CDLS le attività del sindacato clandestino che presiede, a sostegno della resistenza dei lavoratori birmani. Obiettivo: denunciare insieme all’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i misfatti della Giunta militare alla Corte Internazionale di Giustizia e superare le opposizioni di Cina e Russia per arrivare all’approvazione di una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Per questo serve l’appoggio di tutti gli Stati democratici, compreso San Marino. Una richiesta d’aiuto alla quale il Segretario Antonella Mularoni non si è sottratta. “Nonostante il Titano non abbia relazioni diplomatiche con il Paese asiatico – ha detto – ci adopereremo nelle sedi opportune affinché questo appello non resti inascoltato”. Sul Titano anche Cecilia Brighi del dipartimento internazionale CISL, autrice del libro “Il pavone e i Generali”, i cui diritti d’autore sono destinati alle organizzazioni democratiche birmane. Da anni si batte per la liberazione Aung San Suu Kyi, nuovamente imprigionata dal regime di Rangoon.

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