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Su Marte era possibile la vita

9 dic 2013
Su Marte era possibile la vita
Su Marte era possibile la vita
Su Marte era possibile la vita. Lo dimostrano i risultati delle analisi del suolo del pianeta rosso condotte dal robot laboratorio Curiosity della Nasa nel cratere Gale, pubblicati in sei articoli sulla rivista Science.
Le analisi indicano che circa 3,6 miliardi di anni fa il cratere Gale, dove Curiosity è arrivata il 6 agosto 2012, era un grande lago e ''un ambiente abitabile'' capace di ospitare microrganismi chemiolitoautotrofi, capaci cioè di ottenere da rocce e minerali l'energia della quale avevano bisogno per vivere. Sulla Terra batteri simili vivono all'interno di grotte e nelle sorgenti idrotermali.
L'acqua del grande lago che occupava il cratere Gale, dove nel 2012 è arrivato il robot-laboratorio Curiosity della Nasa, e poi carbonio, idrogeno, zolfo, azoto e fosforo: sono questi gli ingredienti fondamentali per la vita trovati dal robot-laboratorio Curiosity, della Nasa. Sono descritti in sei articoli sulla rivista Science e presentati in una conferenza stampa organizzata in serata a San Francisco, nel convegno dell'Unione Geologica Americana. Nessuno degli articoli fornisce prove dirette dell'esistenza di forme di vita marziana, ma è la prima volta che su Marte vengono individuati tutti gli elementi necessari all'esistenza di batteri molto semplici come quelli chemiolitoautotrofi, capaci di trarre energia dai minerali. Sono imprigionati nelle rocce sedimentarie della zona del cratere Gale chiamata Yellowknife Bay e raccontano la storia di un lago esistito molto a lungo (per decine di migliaia di anni, o forse per centinaia di migliaia di anni), con acque fresche che avevano un grado di acidità relativamente neutro e una bassa salinità. ''Siamo in grado di dimostrare che il cratere Gale ospitava un antico lago con caratteristiche adeguate a supportare una biosfera marziana basata su chemiolitoautotrofi'', ha scritto su Science John Grotzinger, del California Institute of Technology (Caltech).

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