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La BIC si appella al Presidente Rouhani per porre fine alla sistematica oppressione economica

20 set 2016
Baha’i International Community
Baha’i International Community
La Baha’i International Community si è appellata al Presidente dell’Iran, dottor Hassan Rouhani, affinché ponga fine alla grave oppressione economica imposta ai baha’i di quel Paese.

L’appello è contenuto in una lettera inviata al presidente Rouhani che mostra come, fin dall’inizio della Rivoluzione islamica nel 1979, i baha’i in Iran siano stati oggetto di molti atti continuativi di persecuzione, inclusa una spietata campagna di strangolamento economico che continua a tutt’oggi e non dà segno di miglioramento con la sua elezione.

Per leggere la lettera in persiano si vada su https://www.bic.org/sites/default/files/pdf/ran/160906?bic?letter?to?rouhani?on?economic?oppression?persian.pdf

Per leggere la lettera in inglese si vada su
https://www.bic.org/sites/default/files/pdf/ran/160906?bic?letter?to?rouhani?on?economic?oppression?english.pdf

La lettera firmata da Bani Dugal, rappresentante principale della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite, attira l’attenzione sulla totale contraddizione tra le dichiarazioni del governo iraniano relative a giustizia economica, uguaglianza per tutti e riduzione della disoccupazione, da un canto, e gli implacabili sforzi per impoverire un settore dei propri cittadini, dall’altro.

La lettera sottolinea i modi in cui questa campagna economica è stata intrapresa contro i baha’i secondo una linea premeditata: espulsione dei dipendenti nel settore pubblico; gravi limiti nel settore privato; esclusione da una vasta gamma di commerci e professioni con l’offensivo pretesto di essere religiosamente «impuri»; confisca di patrimoni; azioni di disturbo nel campo degli affari e chiusura di negozi. Quando un baha’i è arbitrariamente arrestato, l’imposizione di alte somme per la cauzione per la libertà provvisoria ha un grave effetto economico sulla comunità.

Oltre a tutto ciò, la lettera fa riferimento all’impatto economico dell’oppressione sui giovani baha’i: artisti, atleti e studenti. «Le conseguenze economiche derivanti dalla negazione ai giovani baha’i dell’opportunità di sviluppare i loro talenti, che sono dono di Dio, sono notevolmente più pesanti di molte altre forme di oppressione», afferma la lettera.

La lettera, definisce questa sistematica discriminazione un «apartheid economico» e chiede esplicitamente al Presidente: «Come può un governo decidere deliberatamente di impoverire un settore della propria società? Come giustificheranno ciò che hanno fatto i responsabili delle conseguenze finanziarie, sociali e psicologiche di queste discriminazioni? Quale criterio religioso o civile sancisce un’esclusione calcolata di una popolazione dalla partecipazione alla vita economica del proprio Paese? Come si può continuare a parlare di costruzione di una società giusta e progredita davanti a tale sistematica ingiustizia?».

La lettera si appella al presidente Rouhani perché riveda urgentemente la situazione dei baha’i e ponga rimedio alla situazione.

Recentemente un commovente e potente documentario prodotto da alcune persone in Iran, che descrive la terribile sofferenza economica dei baha’i, ha attirato l’attenzione dei media. Amnesty International ha presentato il documentario nella sua pagina di facebook.

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