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Rete: Cassa di Risparmio ieri e oggi

5 mar 2021
Rete: Cassa di Risparmio ieri e oggi

Un cambio evidente ha avuto finalmente luogo nel maggior istituto di credito della Repubblica. Sotto il peso di un bilancio di -534 milioni, che era propedeutico ad una drammatica liquidazione societaria, la Cassa di Risparmio – nel frattempo divenuta banca statale – aveva visto diminuire anno dopo anno le proprie potenzialità, dovendo periodicamente ricorrere al finanziamento pubblico. Con l’arrivo di una nuova governance, lo scorso luglio, il clima è profondamente cambiato, grazie ad un serio e lungimirante piano industriale che regala un respiro internazionale all’istituto, ad una nuova immagine e ad un’accresciuta sostanza operativa. La conversione del famigerato 5ter – una fantasiosa trovata di chi manovrava lo scorso governo che impegnava lo Stato a ripianare in 25 anni un debito creato artificiosamente – in titoli irredimibili, ha dato ossigeno al bilancio e farà risparmiare 30 milioni ogni anno al Bilancio dello Stato. La soluzione ha avuto il plauso del Fondo Monetario Internazionale, fatto positivo ed inoppugnabile cui non può certo controvertere la solita disinformazione dell'opposizione. La sfida di rilanciare Cassa di Risparmio su ogni mercato, iniziata in un duro momento di negativa congiuntura economica e globale emergenza sanitaria, trova l’appoggio incondizionato di RETE, insieme al plauso del Movimento per l’ottimo lavoro svolto. Come ogni banca sammarinese, Cassa di Risparmio è oggi impegnata nel recupero di crediti insoluti contratti anni addietro dai “grandi debitori”; la politica ha nel contempo assunto l’impegno all’emanazione di leggi volte a dare più forza al recupero dei crediti. Il motivo viene facilmente desunto da una semplice considerazione: Cassa di Risparmio è una banca dello Stato, chi non restituisce prestiti di cui ha goduto, diventa debitore dello Stato, cioè di ogni cittadino sammarinese. RETE farà tutto il possibile per il ripristino della legalità e perché l’arroganza e l’avidità di pochi non ricadano sulla testa di tutti.




Comunicato stampa
Movimento RETE


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