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3 mesi dall'omicidio di Pierina Paganelli, un giallo ancora aperto

di Annamaria Sirotti
4 gen 2024

Dopo 3 mesi, restano tutti i contorni del giallo nell'omicidio di via del Ciclamino: senza indagati, senza movente. Sono le 22.10 del 3 ottobre quando Pierina Paganelli, 78 anni, di ritorno da una veglia di preghiera alla sala del Regno dei Testimoni di Geova, viene colpita a morte da 29 fendenti, con un coltello da cucina. Sarà la nuora Manuela Bianchi, a trovare il corpo, tra l'ascensore e le scale che portano al garage, il mattino seguente. Mesi di clamore mediatico e riflettori accesi su una vicenda intricata, sulla quale gli investigatori della Mobile della Questura di Rimini e il sostituto procuratore Daniele Paci continuano a lavorare di precisione e senza sosta.

Tanti interrogativi aperti che ruotano, al momento, attorno a 4 figure, più volte interrogate: la nuora Manuela, che vive nello stesso edificio di via del Ciclamino; suo fratello Loris, che quella sera era lì a cena; la coppia di vicini, Valeria Bartolucci e il marito Louis Dassilva, amante di Manuela. E una incognita, legata al ruolo di Giuliano Saponi – figlio di Pierina e marito di Manuela – in quei giorni in Ospedale, per una presunta aggressione proprio vicino casa.

“Il colpevole? Di sicuro è nella palazzina del civico 31. In questa storia troppe persone hanno delle cose da nascondere” – dichiara oggi a 'Il Resto del Carlino' Ezio Denti, criminologo e investigatore privato, membro del pool difensivo dei parenti della vittima, e creando un parallelo con l'omicidio della giovane Gambirasio, invoca la svolta: “Come per Jara – dice – il DNA è la chiave per risolvere il caso".





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