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È morto Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica italiana

Il 13 giugno 2014 venne in visita ufficiale a San Marino, parlò di Europa davanti ai Capitani Reggenti

di Francesca Biliotti
22 set 2023

Oggi, alle ore 19.45, il Presidente Emerito della Repubblica, Senatore Giorgio Napolitano, si è spento presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo in Roma.

E' stato l'11° presidente della Repubblica italiana, dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015: il primo nella storia italiana ad essere stato eletto per un secondo mandato. Nato nel 1925 a Napoli, sposato, con due figli, vantava anche altri primati: è stato il primo Capo dello Stato ad essere stato membro del Partito Comunista Italiano, ma anche il più anziano d'Europa.

Storica la visita a San Marino, il 13 giugno 2014, a 24 anni dall'ultima, con Cossiga, contrassegnata da momenti solenni, come il conferimento delle Insegne del Gran Collare dell'Ordine Equestre. Davanti ai Reggenti invitava la Repubblica a considerare prioritario l'avvicinamento alla grande famiglia europea.

Appassionato di letteratura e teatro, il giovane Napolitano debutta anche come attore. Laureato in giurisprudenza nel 1947, già dal 1945 aderiva al Partito Comunista, fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra. Considerato voce critica nel PCI, esponente storico della corrente ispirata ai valori del socialismo democratico, nel solco della tradizione segnata da Giorgio Amendola. Veniva chiamata dagli avversari "migliorista", riferendosi ad un'azione politica che migliorasse le condizioni di vita della classe lavoratrice, ma senza rivoluzionare strutturalmente il capitalismo.

Riteneva che il riformismo europeo fosse il “punto di approdo del PCI”. Eletto deputato nel 1953, sempre riconfermato, tranne che nella IV legislatura, fino al 1996; nel 1992 diventa presidente della Camera dei Deputati, durante la cosiddetta “legislatura di Tangentopoli”. Ministro dell'Interno nel governo Prodi nel 1996, propone con Livia Turco quella che diverrà nel luglio '98 la legge Turco-Napolitano, che istituisce i centri di permanenza temporanea per gli immigrati.

Il 23 settembre 2005 è nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il 10 maggio 2006, alla quarta votazione, è eletto presidente della Repubblica, entrando ufficialmente in carica il 15. Nel novembre 2011, con l'Italia al centro di intensi attacchi speculativi ai titoli di Stato, Napolitano si accorda con Berlusconi per le dimissioni del suo governo: nomina Mario Monti senatore a vita e poi gli affida l'incarico per un governo tecnico. In quello stesso anno il New York Times lo chiama “Re Giorgio”. Nell'aprile 2013, visto lo stallo seguito alle elezioni politiche, dice di essere disponibile per un secondo mandato al Quirinale. Nel gennaio 2015 rassegna le dimissioni, preannunciate nel suo messaggio di fine anno.





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