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Il Caso Siri spacca il governo, ipotesi dimissioni del sottosegretario

Massimiliano Romeo ammette un possibile passo indietro di Armando Siri

di Filippo Mariotti
7 mag 2019
Armando Siti | Foto @IlPost
Armando Siti | Foto @IlPost

Matteo Salvini non cambia idea e tiene fermo il suo “no” sulle dimissioni di Armando Siri, coinvolto in un'inchiesta a Milano sull'acquisto di una casa attraverso un mutuo di 585mila euro acceso con Banca Agricola Commerciale. Dall'altra parte il Presidente del Consiglio Conte e tutto il M5s lo auspicano. È anche possibile che Conte, che mercoledì mattina si riunirà coi ministri a Palazzo Chigi, sia intenzionato a proporre il decreto - in cui non è previsto voto dei presenti - di revoca del sottosegretario.

In questa vicenda, osserva il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, Conte si è "sbilanciato" dalla parte del M5s e dunque non è più "arbitro" tra i due alleati di governo. Insomma, la rottura tra Di Maio e Salvini pare ormai insanabile. Per molti opinionisti si aspetta solo il risultato delle europee. "Mercoledì vado in Cdm assolutamente tranquillo", afferma Salvini, smentendo defezioni leghiste. Il ministro dell'Interno potrebbe portare sul tavolo del Consiglio il suo secondo decreto su sicurezza e immigrazione, che in ogni caso vorrebbe varare prima delle elezioni.

Quanto a Siri, Salvini ironizza: "Se gli contestano di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani". Romeo, come riporta l'Ansa, ammette però che Siri potrebbe fare un passo indietro spontaneo, una scelta personale. Soprattutto se prima di mercoledì mattina sarà ascoltato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato per corruzione. Questa mattina lo stesso Siri fa sapere che se sarà chiamato per un interrogatorio, si avvarrà della facoltà di non rispondere, spiegando che invece sarebbe disponibile a presentarsi per rendere dichiarazioni spontanee e depositare una memoria.

Intanto il M5s intanto continua a incalzare. E quando il vicepremier leghista afferma la presenza dello Stato ovunque vi sia "puzza di mafia e camorra", la risposta pentastellata è dura: "Basta la puzza, il sospetto. È proprio ciò che ci ha spinto a chiedere le dimissioni di Siri".


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